Caos tassa di soggiorno: "Illegittima per gli Airbnb"

Il parere degli uffici legali della Regione: "A Firenze non può essere chiesta"

Turisti al piazzale Michelangelo

Turisti al piazzale Michelangelo

Firenze, 15 giugno 2016 - Venti di burrasca sulla tassa di soggiorno. Palazzo Vecchio non può pretenderla dai fiorentini che affittano stanze e appartamenti tramite l’ormai dilagante piattaforma turistica ‘Airbnb’. Questo almeno è quanto emerge da uno studio effettuato in Regione e secondo cui Firenze non rientrerebbe tra le città ‘legittimate’ ad esigere il balzello. Possibile? Sì, secondo gli uffici legali di via Cavour. "Non sembra legittimo imporre la tassa di soggiorno a chi non è struttura ricettiva, come nel caso delle locazioni turistiche. - si legge infatti in un documento - E ciò sia anche nel caso in cui per l’affitto turistico ci si serva dell’intermediazione di ‘Airbnb’".

La ‘sentenza’ è destinata a far discutere specialmente alla luce del tesoretto messo in preventivo a gennaio dal sindaco Dario Nardella, e cioè i circa 10 milioni che dovrebbero arrivare presto dalla nuova imposta da poco applicata anche a chi affitta tramite ‘Airbnb’. La domanda, a questo punto, è molto semplice: il Comune può chiedere questi soldi? In molti, di fatto, hanno già pagato. Il portale in questione d’altronde - di fatto una piattaforma di prenotazione on line di alloggi a fini turistici - è in clamorosa ascesa tanto che in città lo stesso Palazzo Vecchio ha stimato 7.500 operatori che aderiscono al circuito. "Il Comune viola la norma imposta dalla legge regionale che in questo momento non contempla tassazioni per le strutture Airbnb" dice senza mezzi termini l’avvocato Antonio Olmi che da tempo si sta occupando della questione. La palla passa ora a Palazzo Vecchio. 

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