Tassista pestato, spunta un testimone. Caccia alla verità nelle telecamere

Almeno una persona presente. Gli indagati hanno prelevato al bancomat

Un agente della polizia

Un agente della polizia

Firenze, 19 luglio 2017 -   ALMENO una persona ha assistito a ciò che ha accaduto nella notte tra martedì e mercoledì scorso in piazza Beccaria, tra i due giovani clienti e il tassista, Gino Ghirelli, tutt’ora ricoverato in rianimazione all’ospedale di Careggi. La testimonianza, in mano agli investigatori della squadra mobile, assume assoluta rilevanza, dopo che i due ventenni si sono presentati spontaneamente a riferire la loro versione dei fatti. «Non lo abbiamo aggredito», dicono in sostanza gli indagati, assistiti dall’avvocato Vittorio Sgromo, in «risposta» alle uniche parole dette da Ghirelli dopo il loro incontro, alla sua centrale: «Non volevano pagare, mi hanno tirato una testata».

MA IN QUESTA fase, fortemente condizionata anche dalle condizioni, purtroppo sempre gravi, di «Parigi 36», si sta giocando anche una sorta di gioco delle parti in attesa degli sviluppi. Certo, l’ipotesi della rapina ai danni del tassista perde consistenza, considerato che i due giovani hanno comunque prelevato dei soldi a uno sportello bancomat di piazza Beccaria, dove è terminata la loro corso. Il resto potranno dirlo le telecamere, che gli uomini guidati da Giacinto Profazio stanno passando al setaccio. E soprattutto chi ha assistito materialmente all’episodio. Che ci sia stato un diverbio, è fuori di dubbio. Resta da capire fino a che punto sia degenerato. Gli investigatori ci vanno con i piedi di piombo. Sono tante le ore che sono passate dal momento in cui il tassista fa sapere ai colleghi di quanto gli è accaduto, ed il momento in cui la figlia lo ha trovato svenuto in casa. Almeno sedici ore. Ma se venisse provata la colluttazione, collegare botte al malore sarà sicuramente più semplice. MA COSA può essere accaduto su quella vettura? Probabilmente gli animi si sono surriscaldati quando i giovani hanno detto al tassista di non avere il denaro in contanti per pagare la corsa, dalla loggia del Porcellino fino appunto a Piazza Beccaria. Potrebbero esserci state rimostranze anche sul prezzo della prestazione, sicuramente più alto anche per via dell’orario, ma ad ogni modo il fatto che ci stato un prelievo al bancomat dimostra che siamo comunque di fronte a un qualcosa che, se i due giovani non avessero detto tutta la verità, potrebbe essere degenerato ben oltre le intenzioni di ognuno. Fondamentale, sarebbe la versione di Ghirelli. Il fatto che la potesse fornire, sarebbe comunque una buona notizia. 

 

 

 

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