Spinte e sputi a un altro capotreno, «Basta lavorare con la paura»

Nuovo episodio a Figline. Successo dello sciopero anti-aggressioni

Pattuglia della Polfer

Pattuglia della Polfer

Firenze, 20 settembre 2017 - E' allarme-caposervizio treni: anche se la statististica indica che il deprecabilissimo fenomeno è in calo, restano comunque troppi, e troppo spesso, i dipendenti delle Ferrovie alla mercé di vandali, aggressori, ubriachi, persone incivili e financo pericolose. Questo solo perché fanno il loro dovere.

E’ stata una domenica nera con l’aggressione a una giovane capotreno picchiata (calci, schiaffi, un cazzotto in faccia) vicino alla stazione di Prato da due italiane sui 20-25 anni che viaggiavano senza biglietto. La capotreno stava preparando il verbale di contravvenzione. Il capostazione, uscito dal suo ufficio per soccorrerla, ha preso una botta in testa, però senza serie conseguenze.

Poi, nella tarda serata, le cronache hanno registrato il secondo episodio accaduto quasi all’altezza della stazione di Figline Valdarno, ai danni di un capostazione: insulti accompagnati da minacce, spinte e da uno dei gesti più disgustosi e vigliacchi che si possano fare a un ‘rivale’, sputare in faccia.

Protagonista della discutibile performance, un passeggero che aveva alzato, e di parecchio pare, il gomito. Per il ferroviere solo una lieve contusione a una mano; per lui 7 giorni di prognosi.

Episodio meno grave di molti altri che sono accaduti negli ultimi anni, e che però ribadisce il ‘clima’ in cui è sovente costretto a trovarsi il personale dipendente, specie sui convogli delle tratte regionali.

In questo caso poi l’episodio si è verificato durante la preparazione dello sciopero improvviso dei lavoratori di Trenitalia; iniziativa promossa da Filt-Cigl, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast, Ugl e Orsa della Toscana dopo l’aggressione della donna capotreno, a Prato. E che, ieri, ha registrato – spiegano fonti sindacali UilToscana – «una partecipazione altissima, raggiungendo nel settore della Protezione Aziendale di Rfi la quasi totalità degli addetti».

«Sappiamo di creare disagio ai viaggiatori – spiegano fonti sindacali – ma è l’unico modo che abbiamo per attirare l’attenzione pubblica. Le aggressioni devono finire. Non possiamo aver paura di andare al lavoro».

A questa forte presa di posizione dei lavoratori – prosegue una nota – «dovrà corrispondere una risposta aziendale e istituzionale concreta alla problematica delle aggressioni al personale...questo consenso dovrà servire ancor più a spronare Regione, Prefetture, Aziende) a far sì che questi gravi atti di violenza non si verifichino più.

E su questo tema non abbasseremo mai l’attenzione».

g.sp.

 

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