Firenze, 28 giugno 2014 - «IL CARCERE di Sollicciano è al di fuori da ogni parametro di legalità». Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani è secca nella sua valutazione del penitenziario fiorentino. Bernardini è a Firenze per la presentazione del libro “Fuori dalla gabbia”, di Cristiano Scardella (fratello di un detenuto morto in prigione e poi riconosciuto innocente) e il tema del carcere è sempre al centro della sua azione politica. «Sollicciano è una delle strutture che abbiamo segnalato al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nel dossier sulla drammatica situazione delle nostre carceri, per le quali il nostro Paese è in una situazione di permanente illegalità», continua Bernardini.

«Anche se il problema del sovraffollamento si è un po’ attenuato (ma attraverso delle vere e proprie deportazioni di detenuti spostati lontano dalle famiglie), resta carente la situazione della rieducazione (lavoro e studio) e quella del diritto alle cure mediche, oltre che quella igienico sanitaria», aggiunge la leader radicale. Sulla questione del diritto alla salute dei detenuti a livello nazionale, Bernardini annuncia «uno sciopero della fame da lunedì per denunciare casi molto gravi, casi nei quali si muore».

Bernardini affronta anche la vicenda del bambino di sei anni che vive in carcere, a Sollicciano, con la madre detenuta. Una vicenda approdata anche in Parlamento. «Nel 2008, Angelino Alfano, allora ministro della giustizia, disse “mai più bambini in carcere” - ricorda Bernardini - Sappiamo che al 31 dicembre 2013 c’erano ancora 40 bambini detenuti con le loro madri in carcere. Il caso del bambino fiorentino, poi, è fuori da ogni legalità perché ha più di sei anni e la sua detenzione non si giustifica. Dovrebbe stare in un Icam (Istituto a custodia attenuata per madri), strutture che comunque non vanno bene, per 40 casi in tutta Italia si potrebbe puntare  su una casa famiglia dove occuparsi anche del loro futuro».

Infine un appello al governo: «Il nostro Paese deve finalmente decidersi di rientrare nella legalità costituzionale e in quella prevista dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha detto chiaramente che nelle nostre carceri i detenuti sono sottoposti a tortura, cioè a trattamenti inumani e degradanti. E se il premier Renzi pensa di presentarsi in Europa con una situazione come questa, comincia molto male».