Firenze, 10 giugno 2014 - Nei prossimi giorni il video-appello dei lavoratori della Seves, storica azienda leader nella produzione di manufatti in vetrocemento, arriverà al Quirinale. Si rivolgono direttamente al presidente della Repubblica gli addetti dell'azienda gravemente colpita dalla crisi economica.

"Se chiudono la Seves muore un pezzo di Firenze, Giorgio aiutaci Tu", è questo il messaggio che il dvd, con regia di Klaus Davi che ha aiutato gratuitamente gli operai, contiene nella sua versione ridotta, disponibile on line con la testimonianza di 50 lavoratori.

Alle parole dei protagonisti sono affidate le speranze di tutti i dipendenti della Seves che chiedono a Napolitano che si faccia qualcosa per salvare la fabbrica e il lavoro. Alcuni parlano anche dei problemi e delle necessità personali e familiari, come l'assistenza ad anziani o il sostegno da dare a figli ancora molto giovani. Il dvd chiude con la declamazione di 'Se questo è un uomo' di Primo Levi. Gli addetti hanno anche realizzato un omaggio per il Presidente della Repubblica, un ritratto su piastrella soffiata, manufatto che ha reso la Seves famosa nel mondo anche grazie alle creazioni di Renzo Piano.

Il filmato si apre con Matteo Cecafosso; "Vorrei che si facesse fattivamente qualcosa per il mondo del
lavoro che riguardi i giovani e per chi come noi rischia di ritrovarsi in mezzo a una strada" mentre, per Salvatore Forcella, i giovani saranno "una generazione di gente affamata". Bastano poche parole a Paolo Greco per aprire il suo cuore che, in maniera diretta e composta, afferma: "Presidente mi hanno fatto perdere la dignità - e aggiunge - con una figlia a carico di 14 anni che va a scuola, una moglie che fa le pulizie part time, un appartamento in affitto, le visite mediche che non mi posso permettere di fare, i dentisti che non mi posso permettere, mi fanno sentire una nullità".

Fabio Senesi chiede alla più alta carica dello Stato di "fare in modo che questi manager che speculano e che si arricchiscono sulla pelle dei dipendenti e operai, non abbiano la possibilità di fare il loro comodo". Appello al quale si aggiunge Anna Dugnani: "Mi piacerebbe cominciassero a pensare che c'è un modo diverso di fare le cose". Vincenzo Bianco invece cita direttamente il primo articolo della Costituzione italiana; "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e la politica si dovrebbe impegnare affinché questo non sia solo un enunciato ma che diventi qualcosa di concreto".

Barbara Orfeo sottolinea che "lavorare per me è fondamentale perché vivo da sola, ho una certa età e vorrei continuare a mantenermi da sola". Danilo Faltoni non fa distinzioni di settore e fascia di età: "Qui ci stanno portando via il lavoro sia ai giovani che ai vecchi, ci tolgono futuro e speranza".

Bernardo Marasco riassume in poche parole la situazione nella quale la Seves si ritrova:
"Questi lavoratori stanno subendo un'incredibile ingiustizia. Uno perché l'azienda chiude. Due perché l'azienda chiude con possibili compratori ma la proprietà non vuole vendere". Salvatore Scarlata si appella all'imparzialità istituzionale del Capo dello Stato: "Presidente Lei è al di sopra delle parti e bisogna che in tutti modi cerchi di invertire questa situazione del lavoro. La Seves è una delle tante fabbriche che sta pagando l'incoerenza politica".

"Sarebbe bellissimo se Napolitano ci ricevesse - concludono i dipendenti della Seves -. In fondo ogni occasione è buona per parlare di lavoro e per ricordare a politici e industriali che è una priorità. Ma ci accontenteremmo di un messaggio del Presidente per ribadire che lavorare, oltre a essere importante, è una necessità". "Concetto ribadito anche solo pochi giorni fa dal neo sindaco di Firenze, Dario Nardella - dichiara Bernardo uno degli 'attori' del video nonche' segretario Filctem della Cgil di Firenze - che ci è venuto a fare visita ed ha sottolineato subito la sua vicinanza ai lavoratori della Seves e alle loro famiglie".