Firenze, 9 giugno 2014 - I familiari di Riccardo Magherini, morto durante l'arresto da parte dei carabinieri a marzo, sono andati alla festa dell'Arma ma hanno alla fine deciso di non partecipare. "Noi siamo venuti" alle celebrazioni del bicentenario dell'Arma ma "abbiamo preferito non partecipare perche' credevamo che l'ingresso fosse aperto al pubblico". Lo ha detto Andrea Magherini, fratello di Riccardo, che per l'occasione era accompagnato dal padre. Il giovane ha infatti spiegato che "i valori dell'Arma sono i valori nel nostro dna, nostro nonno ha fatto il carabiniere ed e' stato prigioniero durante la Seconda Guerra Mondiale". Questa mattina, tuttavia, il comandante provinciale dei carabinieri di Firenze, colonnello Andrea Taurelli Salimbeni, ha telefonato ad Andrea Magherini, per invitarlo a partecipare, avendo riservato a lui e a suo padre due posti a sedere vicino, proprio vicno l'alto ufficiale.

Quanto alla morte del fratello, "quei carabinieri - spiega ai giornalisti Andrea Magherini - non hanno avuto la forza di aiutare Riccardo, anzi hanno peggiorato la situazione e Riccardo e' morto fra le loro mani. L'Arma - ha aggiunto - deve difendere i cittadini e non, a prescindere, l'Arma". "Lo dice la Costituzione: quando c'e' un procedimento penale, si risponde in prima persona. E' l'ora di finirla che vengano protetti - ha concluso Magherini - che si cerchi di dilatare i tempi e di far morire due volte le persone, nelle loro mani".