Firenze, 22 maggio 2014 - UN ELEFANTE in una cristalleria. La metafora è spietata ma efficace. E i comitati cittadini «no tram» di Statuto, dove lunedì prossimo si entra nel vivo con l’apertura del cantiere della linea 3, non la mandano a dire. Per loro, i lavori della tramvia saranno lenti, dannosi e, come il proverbiale pachiderma, si lasceranno dietro una scia di cocci rotti. Alla vigilia della fase 0 del cantiere, che da cronoprogramma durerà 45 giorni e prevede, oltre allo spostamento dei sottoservizi anche il via alla costruzione del ponte Bailey sul Mugnone, i 35 milioni di passeggeri che le linee 2 e 3 garantiranno a regime, sembrano un miraggio.

SI AVVICINANO invece i divieti di sosta che da lunedì peseranno su via XX settembre, via Leone X e via Lorenzo il Magnifico dove è previsto anche un restringimento di carreggiata. Portavoce del malumore in zona Statuto, Luciano Ghinoi, architetto, ex Ds, che 8 anni fa fondò l’Associazione piazza della Vittoria per battersi contro le linee 2 e 3 della tramvia. «Con l’associazione — spiega — abbiamo recentemente condotto un sondaggio di gradimento interno al quartiere: il risultato è che il 70 per cento dei suoi abitanti non vuole questa tramvia». Quasi un plebiscito giustificato, secondo Ghinoi, dall’invasività dei lavori di un progetto che definisce «superato e imposto». A partire proprio dalla fase embrionale della linea Careggi-Santa Maria Novella: la realizzazione del ponte provvisorio a quattro corsie a doppio senso lungo la direttiva Crispi-Leone X (all’altezza della passerella pedonale sul Mugnone) che sarà il cardine della viabilità alternativa in vista del nodo più critico, il sottopassaggio Milton-Strozzi.

«PER INSTALLARE il ponte — tuona — saranno abbattuti degli alberi e non sappiamo che fine farà la passerella. Ma la cosa peggiore è che il fondo del ponte sarà un tavolato metallico che al passaggio delle auto produrrà molto rumore. Per non parlare dell’alta percentuale di ingorghi che si verranno a creare». Nel mirino anche i divieti di sosta che scatteranno da lunedì in un’area dove si contano più di cento stalli auto: ancora non è stato esposto nessun cartello. «Via XX settembre — commenta — è un enorme bacino di posti auto per residenti e i professionisti che ci lavorano ma i cittadini non sono stati informati di nessun piano sosta alternativo».

LA STESSA linea di Barbara Borghesi, portavoce dell’Associazione Linea 3 che, insieme a Ghinoi, ha dato il via a una petizione per chiedere a Palazzo Vecchio di indire a settembre un referendum consultivo sulla linea 3. «Contiamo di raccogliere almeno 50mila firme — promette Ghinoi — il Comune ha ignorato il parere dei 130mila fiorentini che si pronunciarono sulla linea 1: non può farlo anche con queste firme. I comitati non sono contrari al trasporto pubblico in generale ma a questo tipo di progetto». L’obiettivo dei «no tram» è quello di sottoporre a Palazzo Vecchio il modello Brescia, città gemella per dimensioni a Firenze, che ha scelto il Metrobus: una metropolitana leggera e automatica (senza conducente) che si estende per 14 km fra passaggi in superficie e in sotterranea e viaggia a 30 km al’ora. Intanto negli uffici delle Nuove infrastrutture e mobilità di Palazzo Vecchio si va avanti: da lunedì l’area di viale Strozzi sarà interessata da un intervento propedeutico ai lavori che porteranno alla realizzazione dei sottovia tra gli itinerari Milton-Strozzi e Lavagnini-Strozzi e la sede della futura sede tramviaria.