Firenze, 29 aprile 2014 - Depositate le motivazioni della sentenza di condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito nel processo di appello bis (svoltosi a Firenze) per l'omicidio di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia nella serata del 1°novembre 2007.

Nelle motivazioni, la corte ritiene di avere elementi indiziari "di sicuro affidamento" della presenza di Rudy Guede (già condannato in via definitiva con rito abbreviato a 16 anni), Amanda Knox e Raffaele Sollecito nella casa dove venne uccisa Meredith Kercher "nelle immediate fasi successive all'omicidio".

Nelle motivazioni della sentenza di parla di elementi "plurimi e concordanti". Secondo la Corte infatti Guede, la Knox e Sollecito hanno lasciato "tracce del loro passaggio per deposizione ematica del sangue della vittima che era fuoriuscito copiosamente dalle ferite". 

L'ORA DEL DELITTO - Nelle loro conclusioni, i giudici collocano il delitto "in un'ora compresa tra le 21 circa del primo novembre del 2007 e le 00.10,31 del 2 novembre 2007". Una conclusione alla quale il collegio approda dopo avere esaminato le testimonianze e gli altri elementi dell'indagine sul delitto compiuto a Perugia. "E a questo lasso di tempo dovrà farsi riferimento" scrivono i giudici per affrontare la questione relativa all'alibi degli imputati.

IL FURTO SIMULATO - Nelle motivazioni della sentenza, i giudici sostengono che chi entrò insieme a Rudy Guede nella villetta in cui venne uccisa Meredith Kercher lo fece "dalla porta principale utilizzando le chiavi di accesso all'appartamento".  er la Corte "solo successivamente fu messa in scena una simulazione di furto, alquanto grossolana, al solo fine di sviare da loro i sospetti dell'omicidio". 

IL GANCETTO - Secondo i giudici, ''la traccia biologica rinvenuta sul gancetto del reggiseno che Meredith Kercher Indossava la sera che fu assassinata, fu lasciata da Raffaele Sollecito''.

IL COLTELLO - Un altro dei punti controversi del processo è stato quello del coltello ritrovato nella cucina di Sollecito e che, secondo l'accusa, sarebbe stato l'arma del delitto. Secondo la Corte il coltello sequestrato "non e' incompatibile con la ferita riportata da Meredith Kercher sulla parte sinistra del collo, ferita sicuramente mortale e che quindi il rinvenimento sulla lama del coltello del Dna di Meredith Kercher è un dato processuale pienamente compatibile sia con la natura dell'arma, sia con il suo utilizzo".

Dunque, per i giudici dell'appello-bis, gli elementi ricavati durante i processi dagli accertamenti condotti sul "coltello sequestrato" in casa di Raffaele Sollecito, fanno ritenere alla Corte che "si tratti di una delle due armi utilizzate nell'omicidio e che la stessa sia stata impugnata da Amanda Marie Knox, che avrebbe quindi colpito Meredith Kercher sulla parte sinistra del collo, cagionandole così l'unica ferita mortale".

IL LITIGIO - Nella ricostruzione dei fatti, la corte d'appello di Firenze sottolinea che la sera dell'omicidio di Meredith Kercher vi fu un litigio fra Amanda e la studentessa inglese con una ''progressiva aggressività'' all'interno della quale si può collocare la violenza sessuale di Guede su Meredith, ma ''non è credibile che fra i quattro ragazzi fosse iniziata un'attivita' sessuale di gruppo''.

Fra Amanda e Meredith ''non c'era simpatia reciproca, anzi, la ragazza inglese nutriva molte riserve sul comportamento della coinquilina'', scrivono i giudici. Quella sera fu Amanda a far entrare  ell'appartamento Guede. L'ivoriano ''tenne un comportamento poco urbano'', che infastidì Meredith, che chiese spiegazioni ad Amanda.

La studentessa americana e Sollecito, che avevano fatto uso di sostanze stupefacenti, si erano ''raccolti in intimità''. In questa situazione di ''apparente normalità'' arrivò la discussione fra le due ragazze, ''che si inserì in un contesto che, sia per le condizioni psicofisiche degli imputati sia per il livello di esasperazione cui era giunta la convivenza fra le ragazze'' esplose nell'aggressività.

"COLPITA DA DUE COLTELLI"Per i giudici, Meredith Kercher venne colpita al collo "da due armi da taglio distinte". Una impugnata da Amanda Knox che provocò' la ferita ritenuta mortale mentre l'altra da Raffaele Sollecito.

Nella ricostruzione della corte, Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudi Guede ''collaborarono tutti per il fine che si erano proposti: immobilizzare Meredith e usarle violenza''. Per i giudici,. Guede era animato dall''istinto sessuale'', Amanda e Sollecito da ''volonta' di prevaricazione e di umiliazione di Meredith''.

VOLONTÀ OMICIDA - ''La volontà omicida degli aggressori risulta palese", aggiungono i giudici. Una volta che Meredith era stata colpita e che ''si era portata l'aggressione alla sfera sessuale, di fronte alla resistenza della ragazza lasciarla in vita avrebbe costituito per gli aggressori la certezza della punizione. A un certo punto dell'aggressione si era andati troppo oltre, Meredith doveva essere messa in condizione di non denunciare l'aggressione subita''.

LE CONDANNE - La corte aveva condannato Amanda Knox a 28 anni e sei mesi (oltre che per l'omicidio anche per la calunnia ai danni di Patrick Lumumba) e  Raffaele Sollecito a 25 anni.

 

 

IL COMMENTO DEL PADRE DI RAFFAELE  "Apprendiamo che i giudici riconoscono a mio figlio Raffaele e ad Amanda Knox il dono dell'ubiquita'". Cosi' Francesco Sollecito, padre del giovane pugliese, commenta le motivazioni della Corte d'Assise d'Appello di Firenze. 

"E' scritto in maniera incontrovertibile - sostiene Francesco Sollecito - che gli imputati sono contemporaneamente in piazza Grimana, come sostiene il teste Curatolo, e contemporaneamente in camera di Meredith a uccidere una povera ragazza. Prendiamo inoltre atto che sulla lama del coltello considerato l'arma del delitto c'e' il dna di Meredith e Raffaele, non quello di Amanda come finora e' sempre emerso".

"Sono errori di una gravita' assoluta - conclude - perche' cosi' si sono condannati due ragazzi".