Firenze, 28 aprile 2014  -  ''Il Maggio Musicale Fiorentino e' ancora sull'orlo del baratro perche' il decreto interministeriale a seguito dell'istruttoria del Commissario Governativo tarda ad arrivare''.  E' un passaggio della lettera che le RSU del Maggio Musicale Fiorentino hanno scritto  al MIBAC  e al commissario straordinario del governo Pinelli a proposito della situazione finanziaria dell'ente.

 

"Senza il decreto - spiegano SLC-CGIL, FISTEL-CILS, UILCOM-UIL e CISAL-FIALS -, legato inoltre anche alle modalita' attuative della ricollocazione del personale, infatti non possono arrivare le risorse del fondo rotatorio previste dalla legge e, senza queste a luglio la storia del Maggio sara' definitivamente chiusa. Il numero delle Fondazioni che hanno richiesto di aderire alla L.112/2013 e' talmente elevato da rendere insufficiente il fondo. Il Maggio ha bisogno di tutte le risorse richieste e di non essere penalizzato neppure dai nuovi criteri per la ripartizione del FUS. Ad oggi - aggiungono - i ministeri non hanno neppure risposto ad una istanza di interpello presentata dalle OO.SS. nazionali per poter comprendere come gestire questa complicata situazione''.  

 

''Siamo quindi qui a chiedere - così si chiude la lettera - a chi al Ministero ha l'obbligo direzionale: e' davvero possibile che vogliate assumervi la responsabilita' di vanificare tutto il lavoro fino a qui fatto e i sacrifici che i lavoratori sono disposti a fare per scaricare ancora una volta su di essi gli effetti di mancate risposte e ritardi sia sulla gestione delle eccedenze e la loro ricollocazione, che sulla vitale erogazione delle risorse previste? E' davvero possibile che vogliate riportare i lavoratori, che in questo lungo periodo non hanno effettuato neppure un'ora di sciopero ma che al contrario hanno svolto il loro lavoro con passione e con risultati eccellenti e che peraltro, con l'approvazione del piano dovranno sopportare per anni i sacrifici che questo impone, in una situazione nella quale i loro posti di lavoro e la sopravvivenza stessa del Teatro sono nuovamente in discussione?. Noi non crediamo, non possiamo credere che vogliate assumervi queste responsabilità".