di Rossella Conte

Firenze, 22 aprile 2014 - “No al parcheggio interrato”. “Un giardino al posto del parcheggio interrato”. Piazza Brunelleschi batte i pugni contro la possibilità di realizzare “in piazza un parcheggio interrato”. “Vogliamo la riqualificazione della piazza ma il parcheggio interrato non è una soluzione. Proponiamo la creazione di un giardino protetto alla cui gestione potrebbero partecipare i residenti, per portare chi frequenta e abita la zona a godere di uno spazio adesso abbandonato al degrado e in più favorire la socializzazione tra le persone”, ribadiscono i cittadini che hanno scritto lettere e organizzato assemblee oltre che aver esposto striscioni e lenzuola che si rincorrono per esprimere a gran voce il proprio ‘No’.

“Stiamo organizzando – spiega Michele, portavoce del comitato – una protesta silenziosa per i primi di maggio.  Tappezzeremo la piazza di volantini illustrativi, striscioni informativi, slogan e foto. Chiediamo all’amministrazione di rivedere le proprie posizioni”. Per i cittadini “la riorganizzazione del sistema dei parcheggi della zona è necessaria, ma non va fatta solo a scopo di lucro.

Dev’essere utile alla cittadinanza, favorire l'accesso e l'uso dei mezzi pubblici, coerente con la ZTL e volta al miglioramento della vivibilità di tutta la città". Ma in piazza Brunelleschi i problemi sono anche altri: l’esterno della sede dell’Università è stato eletto a dormitoio oltre che luogo di lavoro di un gruppetto di rom, specializzati nell’accattonaggio, e alcuni senza tetto, ormai inquilini fissi.

La protesta arriva questa volta da alcune studentesse: “Entrano nel giardino dell’università, si avvicinano, chiedono con insistenza i soldi e a volte capita anche che ti mettano le mani nella borsa o nei sacchetti della roba da mangiare. E’ davvero fastidioso”. Scritte sui muri, manifesti appiccicati un po’ ovunque, piazza Brunelleschi si presenta come una lavagna scarabocchiata martoriata da deiezioni canine e pozze di urina, da auto parcheggiate dove capita e due ruote infilate nel primo spiraglio utile. “Per non parlare dei parcheggiatori abusivi”, concludono.