Firenze, 20 aprile 2014 - La Primavera fiorentina della città che non si culla solo del passato ma prova a ipotizzare la possibilità di rilanciarsi. Non illusioni. Ma dalla crisi, che ancora attanaglia il motore prodottivo della città, stanno sviluppandosi idee che si traducono in realtà, prospettive nuove anche in ambiti tradizionali come quelli della cultura e turismo mentre e progetti fondamentali escono finalmente dall’impasse. Firenze si risveglia, Firenze barcolla, ma non molla mai, sa rigenerarsi e può tornare a essere capitale.

I segnali sono molteplici. Tre proprio di questi giorni per far capire che la primavera fiorentina può sbocciare con un cauto, ma sostanziale ottimismo di fondo abbinato da una buona dose di rischio. Primo: San Lorenzo, primo piano, il mercato cambia volto; secondo: la mostra di Pollock in Palazzo Vecchio e nell’ex tribunale di San Firenze; terzo: la tramvia stavolta pare partire davvero con le nuove linee. Quindi imprenditoria commerciale, cultura e infrastrutture: tre pilastri della città.
Partiamo da San Lorenzo. Al primo piano si lavora giorno e notte per l’apertura del 23 aprile. Un fermento di operai, un grande investimento di risorse del duo Montano-Cardini, un progetto affascinante che proietta il centro in una dimensione europea. Se si andasse a Parigi o a Barcellona e si vedesse una cosa del genere si direbbe: «Che ganzata». Ora c’è da noi (e ha portato anche un sacco di lavoro).
 

Un modo nuovo nel proporre le proprie radici declinate al futuro. Cibo (e non solo) di qualità in un contesto unico quale quello del mercato coperto. Una novità che ridà lustro alla struttura in sè. E c’è da scommetterci che anche i commercianti del primo piano (che mai hanno mollato) ne avranno beneficio. Quel primo piano del mercato riuscirà, inoltre, rimanendo aperto fino alle 24 ad accendere i riflettori sul rione. Ora è necessario accelerare il miglioramento della piazza del mercato centrale con un numero limitato di banchi e con una gestione viaria e delle merci (orari e smaltimento dei rifiuti) adeguata.
La mostra di Pollock: il consiglio di andarla a vedere è giustificato. Una proiezione della nostra iperstoria dell’arte (Michelangelo) in un contesto genialmente estroso quale quello dell’artista Usa. Forse una frontiera (l’accostamento passato con moderno) da ripetere per far vivere diverse stagioni ai nostri capolavori facendo conoscere al tempo stesso pagine artistiche non convenzionali e non di casa a Firenze. Se poi la mostra su Pollock diventa dinamica (immersi davvero nelle opere) come nell’ambito di San Firenze grazie all’intuizione della co-curatrice (con Sergio Risaliti) Francesca Campana, allora siamo davanti ad un modo nuovo di rapportarsi con l’arte per un pubblico più consapevole. In ultimo la tramvia. Inutile guardare al passato e dire che le promesse sono state molteplici. Adesso pare davvero che la svolta per la linea 2 e 3 sia arrivata. Un altro buon segno.
Se non è ancora rinascita, è primavera fiorentina.
Buona domenica e buona Pasqua.
Luigi Caroppo