Firenze, 17 aprile 2014 - DUECENTO persone si sono ritrovate ieri pomeriggio davanti la sede dei Canottieri Comunali in piazza Ravenna per manifestare contro lo sgombero e la demolizione degli stabilimenti fissati per il 5 maggio. Soci, atleti e molti cittadini solidali alla causa della storica società hanno fatto la voce grossa, intonando cori al ritmo di rulli di tamburi in difesa della Canottieri e dello sport agonistico e amatoriale che da 80 anni questa promuove. Tra palloncini rossi e bianchi uomini e donne di tutte le età in tuta sociale hanno mostrato pagaie e striscioni, «demolite lo sport coi nostri soldi» o «giù le mani», attirando l’attenzione di passanti e automobilisti. All’arrivo del candidato sindaco Dario Nardella i manifestanti si sono riuniti all’interno della sede.

QUINDI l’annuncio del vicesindaco reggente Nardella ha portato un sospiro di sollievo: l’ingiunzione di sfratto sembra possa essere sospesa e i Canottieri paiono così destinati a sopravvivere anche dopo il 5 maggio. «Abbiamo vinto la prima battaglia, ora ci impegneremo a sottoporre alle istituzioni competenti proposte di bonifica dell’intera riva sinistra dell’Arno — dice soddisfatto Piero Spina, responsabile del Cas — A quanto pare si sono resi conto che ostacolare una società che promuove sport e iniziative sociali è sbagliato e controproducente per tutti». Ma la Provincia «gela» tutti. «Un’altra proroga? Siamo alla terza ordinanza, ci sono già stati due rinvii. Ad oggi per noi la scadenza del 5 maggio resta valida» dice l’assessore provinciale all’ambiente Renzo Crescioli. «L’ingiunzione di sfratto non può essere rimossa con un tratto di penna, c’è una occupazione illegittima, la questione della riva sinistra d’Arno è nota da anni, c’è una indagine in corso, che dobbiamo fare? Non possiamo sottrarci — aggiunge — ad obblighi di legge con tanta facilità, magari venendo poi messi sotto accusa per inerzia dalla magistratura. Qui c’è un cronoprogramma sui lavori da fare, c’è un accordo con il Comune. So bene che i canottieri comunali svolgono una attività più che meritoria per la città. Palazzo Vecchio dice che c’è uno spiraglio? Bene — aggiunge Crescioli — per ora dal Comune non abbiamo avuto alcuna proposta. Se arriva siamo pronti a parlarne. Non cambia il mondo se c’è bisogno di altri 15 giorni. Ma ripeto, non siamo i cattivi, noi siamo ‘costretti’ a far rispettare la legge, altrimenti, come è già successo al presidente Barducci, rischiamo di finire sott’indagine anche noi».
Cosimo Baldelli