di AMADORE AGOSTINI
CLAUDIO CAPANNI

Firenze, 16 aprile 2014 - Una vera organizzazione criminale nel cuore di Santa Maria Novella. A dirlo a chiare lettere è il Sap (Sindacato autonomo di polizia), uscito allo scoperto puntando i fari sull’emergenza sicurezza della stazione, da febbraio presidiata da un team interforze composto da un centinaio di agenti.
La task force, voluta dal prefetto Luigi Varratta finora ha stretto il cerchio dei controlli intorno a una trentina di mendicanti che ogni giorno arrivano dalla stazione di Castello, battendo i binari fino a sera e costruendo il loro business su facchinaggio abusivo, elemosina, furti e intimidazioni.

«Più di cinquanta i fogli di via notificati dagli agenti, spiega il Sap, da gennaio ma le denunce sono tutte a piede libero così, in attesa dei procedimenti giudiziari, i provvedimenti rimangono lettera morta». «I servizi che svolge la polizia ferroviaria - spiega il segretario provinciale del Sap, Antonio Baldo - sono numerosi ma non bastano. E c’è anche il problema delle questue alle biglietterie automatiche». Qui il copione è da manuale della truffa: dopo che il denaro è stato inserito, il mendicante di turno distrae il cliente e annulla l’operazione suggerendo alla vittima di andare a lamentarsi in biglietteria, senza dire che la macchinetta, dopo un minuto, è programmata per restituire tutto il denaro inserito.

Nel conto delle vittime sono finiti anche i venti uomini del team di protezione aziendale Rfi incaricati di vigilare sulle banchine dei treni: da marzo sono state sei le querele presentante per aggressioni e minacce.

«Esiste un problema di carenza normativa, i questuanti sono quasi tutti cittadini comunitari – spiega Baldo – per questo l’unica arma a disposizione degli agenti rimane il foglio di via». «La presenza degli uomini in divisa è sicuramente un deterrente – continua – e gli agenti svolgono un lavoro encomiabile con sforzi immani. Ma oltre alla carenza normativa ed una cronica carenza di personale non ha giovato la scelta di spostare il settore operativo della polizia in fondo al binario 16, relegando i poliziotti in spazi piccoli, privi di celle di sicurezza e lontani dalla zona calda».

Non è d'accordo con questa analisi il questore Raffaele Micillo che si è occupato di organizzare il team interforze. «Non mi sono mai rifugiato dietro difficoltà legislative e dico che i risultati ci sono stati e anche importanti. Che ci vuole il tempo tecnico perché le norme che abbiamo producano gli effetti. Ora come ora ci sono decine di persone denunciate e magari con foglio di via. Se le ritroviamo si può procedere a espulsioni o provvedimenti analoghi. Certo ci vorrà un po’ di tempo per avere una stazione modello svizzero, ma sono sicuro che ci arriveremo. Sono tante le persone da tenere sotto controllo e in un territorio urbano così vasto è possibile che sforino i cordoni. Un po’ di pazienza e vedremo il successo dell’operazione». Una reazione tutta d’un fiato.

«D’altra parte, aggiunge il questore, dobbiamo dedicarci anche ad altro. E c’è anche l’aspetto della funzione deterrente svolta dalla complessa macchina della sicurezza messa in campo, che non possiamo misurare ancora con cifre alla mano, ma che costituisce un elemento non indifferente. Resta comunque fondamentale, come ho detto dall’inizio, l’apporto di tutti, forze dell’ordine, ferrovie e anche cittadini che possono segnalare problemi in tempo reale. La partecipazione di tutti alla sicurezza, la rende sicuramente più potente».

Ma a piangere sono le file degli uomini della Polfer che hanno a disposizione appena otto agenti in divisa e due in borghese per sorvegliare un ventaglio di reati che va dal trasporto di merci illegali in ambito regionale fino al furto in stazione. Così i mendicanti hanno trovato vita facile battendo soprattutto i binari regionali, meno in vista di quelli dell’alta velocità come documentato da La Nazione il 1 aprile scorso.

«Per sensibilizzare la gente sulle difficoltà del nostro lavoro e sulla necessità di riformare e unificare le forze dell’ordine – conclude il Sap – il 24 aprile saremo con un gazebo nei pressi della stazione dove lanceremo la campagna ‘Meno tasse, più sicurezza’. I cittadini potranno sottoscrivere una petizione che finora ha raccolto più di 5mila firme contro la chiusura dei presidi delle forze dell’ordine anche sul territorio toscano».