Firenze, 12 aprile 2014 - QUESTA VOLTA a «cambiare verso» toccherà al più antico e più amato cuore commerciale della città: al Mercato Centrale di San Lorenzo, proprio come auspicava l’ex sindaco Matteo Renzi. Il primo piano della grande struttura inaugurata 140 anni fa, infatti, tornerà a vivere alla grande, con una «vetrina» delle cose più buone e belle, da «divorare»: prima con gli occhi e poi con la bocca. Si chiamerà semplicemente «Mercato Centrale Firenze» e punta a diventare il...  tempio, il teatro, delle cose di cucina. Fra neanche una settimana, il 16 aprile, a mezzogiorno, ci sarà il primo grande ‘assaggio’ per la stampa. Poi, una settimana dopo, da mercoledì 23, avverrà l’apertura al pubblico. Rimarrà aperto, 7 giorni su 7, dalle 10 alle 24.

LA SCOMMESSA, da 5 milioni di euro, di Umberto Montano (gestisce Caffè Italiano e Alle Murate), e Claudio Cardini (gestisce Otel e Flò), con la collaborazione di Aldo Settembrini, prevede un ambiente di quasi 3mila metri quadri, 500 posti a sedere e 500 mq di verde e piante, per ‘ossigenare’ mente e polmoni.

IL PROGETTO che va in porto, a poco più di un anno dalla sua presentazione, porterà a 170 nuovi posti di lavoro: «tanti giovani ma anche — sottolinea Umberto Montano — ultra cinquantenni». Salendo dalla scala mobile di via dell’Ariento troveremo 12 botteghe. Da una parte: l’enoteca, la pasta fresca, pane e pasticceria, cioccolateria e gelateria, formaggi, mozzarelle di giornata. Dall’altra: carne e salumi, frutta e ortaggi, fritti e polpette, pescheria, lampredotti, tramezzini. Insomma, non ci sarà che l’imbarazzo della scelta. E non è finita. A queste vanno, poi, aggiunti un ristorante alla carta, una pizzeria, una scuola di cucina, l’eno-scuola, la libreria del gusto, la banca, il Viola point, birreria, caffetteria e le ‘gondole’ commerciali con i prodotti di Eataly.

«NESSUNA concorrenza con Farinetti — dice Montano — ma anzi collaborazione all’insegna della qualità. Ma la sinergia maggiore — ci tiene a sottolineare Umberto Montano — sarà quella con gli operatori che si trovano al piano terra, che rimangono i grandi maestri della tradizione fiorentina della tavola. Con il loro prezioso supporto, e basandosi soprattutto sulla loro esperienza, organizzeremo eventi speciali, perché — conclude Montano — il Mercato di San Lorenzo è un unicum e tale deve restare».