Siena, 10 aprile 2014 - ORMAI non passa settimana che il personale medico e infermieristico del nostro policlinico diventino protagonisti di una sanità che funziona. Oggi è la volta della chirurgia maxillo-facciale che ha eseguito e portato a buon fine un primo particolare intervento di bipartizione facciale.
Nei giorni scorsi nel reparto è stata operata con successo una bambina di 5 anni affetta da rara malformazione facciale. E’ stato un grande lavoro di squadra tra diversi professionisti dell’azienda ospedaliera universitaria Senese, del Meyer di Firenze e del policlinico Umberto I di Roma
Il particolare intervento di chirurgia maxillo-facciale sulla piccola è stato eseguito proprio dai medici del nostro ospedale dove grazie ad una perfetta collaborazione multidisciplinare tra Siena, Firenze e Roma è stato eseguito con successo il complesso intervento di bipartizione facciale sulla piccina affetta da schisi facciale, una rara malformazione che interessa le zone del cranio e del viso.

Le schisi facciali sono classificate all’interno di un vasto gruppo di malformazioni eterogenee (schisi del labbro, schisi del palato, schisi sindromiche ecc.) ad origine multifattoriale in cui interagiscono la predisposizione genetica e i fattori ambientali. Circa il 50per cento delle Lps hanno origine genetica, il restante è legato a fattori ambientali come l’assunzione di alcuni farmaci o la carenza di alcune vitamine durante la gravidanza. Molte classificazioni dividono le labiopalatoschisi in schisi del labbro con o senza schisi del palato e palatoschisi isolate. Queste si possono dividere in forme sindromiche e non sindromiche. L’incidenza totale delle Lps è di circa 1 su 750 nati vivi. La schisi facciale più frequente è la schisi dell’uvula che raggiunge un’incidenza del 2% in alcune popolazioni.
 

L’OPERAZIONE compiuta alle Scotte è stata realizzata dal professor Giorgio Iannetti, responsabile Uoc Maxillo-facciale, insieme a numerosi professionisti afferenti a Neurochirurgia, diretta dal dottor Giuseppe Oliveri, anestesia e terapia intensiva neurochirurgica, diretta dal dottor Ettore Zei, chirurgia pediatrica, diretta del professor Mario Messina, personale della sala operatoria, chirurgia maxillo-facciale del policlinico Umberto I di Roma e neurochirurgia del Meyer diretta dal professor Lorenzo Genitori, con la collaborazione del dottor Federico Mussa.

«Si è trattato — ha spiegato Iannetti — di un caso molto particolare data la rarità della malformazione, che si aggira intorno a 1 su 100 mila nati. L’intervento è stato molto lungo e complesso per le diverse fasi chirurgiche necessarie a rimuovere la parte di osso deformata e risistemare in maniera conforme le due metà del volto. Siamo molto soddisfatti dell’esito positivo dell’operazione resa possibile grazie alla perfetta sinergia e alla competenza dei professionisti senesi e di altre aziende che hanno partecipato. La bambina adesso sta bene ed è già tornata a casa».