Roma, 4 aprile 2014 - «QUESTO libro è un percorso su quel che può fare un uomo di fede. Scoprire un giorno che c’è Dio dentro di te dà un senso di protezione contro l’insicurezza dell’essere. San Francesco ha vissuto senza chiedere niente: si è affidato. Tu sei Dio, gli ha detto, sono nelle tue mani, e gli è bastato questo. Questo libro lo dedico al Papa. Prestissimo gliene farò dono».


Il Maestro Franco Zeffirelli è tornato a quel 1972 che lo consacrò tra i maggiori registi del mondo con il film “Fratello sole, sorella luna” da lui diretto e ispirato alla vita e alle opere di San Francesco, dalla vocazione all’accettazione della regola monastica. È stato il primo di una lunga serie di film che racconteranno poi il Santo di Assisi. Ieri nella sua villa romana sull’Appia Antica, con in braccio l’adorata canina Dolly, ha presentato ufficialmente la sua ultima fatica, “Francesco”, un libro di 126 pagine accompagnato da splendide fotografie tratte dal film. Un libro che illustra il cammino di quel Francesco che fa rinascere il Cristianesimo in una Europa ricca e potente, ma sul punto di dimenticarlo.
 

- Maestro Zeffirelli, cosa la avvicina a San Francesco?
«Questo suo essere rivoluzionario e libero da schemi. Dopo la terribile esperienza della guerra, ha un’illuminazione e lascia la ricchezza della sua casa ed Assisi, dove è cresciuto, per ritirarsi e vivere in povertà. Poi sappiamo che ottiene anche l’approvazione di Innocenzo III, il più potente Papa del secolo».
 

- Aiuta sentire vicino un santo?
«Lo vede anche lei: l’uomo moderno o ha ambizioni impossibili che lo portano a commettere atti infami, oppure rinuncia alle ambizioni, quindi ai sogni e alla parte spiritualmente più vera e autentica. Quando ho pensato al libro, stavo attraversando un periodo della mia vita pieno di incertezze su cosa amare e a cosa dedicare i miei dubbi. Poi la decisione della Chiesa di eleggere papa Francesco, un personaggio fino allora poco conosciuto, mi ha colpito profondamente. Ho ritrovato a poco a poco quella certezza e quella fiducia che sono l’essenza dello spirito francescano, con cui ho vissuto e vivo tutti i giorni della mia vita».
 

- Lei ha dedicato questo libro al Santo Padre.
«Mi ha attratto subito la sua decisione di scegliere il nome Francesco per il suo pontificato. Stupito mi son chiesto: perché? Quali indicazione vuole darci con la scelta di questo santo? Istintivamente ho sentito per lui un affetto e un interesse che mi hanno riportato agli anni felicissimi della mia gioventù, e nella memoria, ho ritrovato intatto l’amore per il San Francesco, con cui sono cresciuto e che da sempre sento vicino. Ci deve essere un messaggio della Chiesa se ha deciso di eleggere un uomo così fuori dagli schemi. Vuol dire che c’è necessità di trasmettere semplicità».
 

- Un libro può essere un richiamo alla semplicità?
«Oggi sembra che tutto sia superfluo e piu difficile. Quando San Francesco predicava ai fedeli, c’era gente disposta ad ascoltarlo e condividere. E ce n’era meno di gente: oggi quando il Papa si affaccia in San Pietro, c’è un oceano di persone ed è più difficile comunicare. Allora ho pensato che un messaggio anche di carta e rilegato, oggi che i media vanno di corsa e sono ovunque, possa servire e rimanere. Sento che c’è bisogno di un richiamo alla semplicità delle cose, al guardarsi dentro, come faceva San Francesco».
 

- Il suo rapporto con il Santo come tappa di un percorso spirituale?
«Attraverso l’amore per il Santo ho riscoperto quella luce e quella gioia che fa del Cristianesimo la fede amica e più felice di questo mondo. Con fede ho allontanato il periodo di incertezza per ritrovare una creatività che la bella anima di Francesco d’Assisi aveva risvegliato in me. E così, a poco a poco sono tornate quelle speranze e la fiducia che io credo dal più profondo siano l’essenza dello spirito francescano. Con questo libro vorrei anche condividere questo messaggio».
 

- C’è una frase di San Francesco che fa sua?
«Diceva Francesco: devi seguire il profumo del bene. E guardate che è successo: il Papa, con la sua semplicità e la sua naturalezza ha messo in ginocchio tutto il Vaticano. E diceva la mia nonna: se dici una preghierina a San Francesco tutto si risolve».

 

dall’inviato Titti Giuliani Foti