Firenze, 31 marzo  2014 - "Rodolfo Fiesoli per convincermi a diventare omosessuale non solo mi dava sempre noia, ciclicamente, palpeggiandomi, ma mi diceva anche: 'Fino a 28 anni non sai se sei 'chicchirichi'' o 'coccode'', ti devi liberare dalla materialita', devi diventare omosessuale": cosi', secondo un nuovo testimone del
processo sul Forteto a Firenze, sentito oggi al processo, il guru della comunita' Rodolfo Fiesoli tento' di circuirlo sessualmente e di abusarne, come aveva fatto con altri. Oggi uomo maturo, all'epoca il teste entro' al Forteto come giovanissimo dipendente, poi a 18 anni venne inserito come ospite nella comunita' in ragione della sua provenienza da una famiglia molto povera.

Al tribunale di Firenze ha raccontato i suoi anni trascorsi nella 'comune' agricola di Vicchio del Mugello a cui il tribunale dei minori per circa 30 anni ha affidato giovani di famiglie disagiate. "Nonostante le insistenze e le pressioni, ho sempre respinto Fiesoli, mi ha difeso una certa mia istintivita', cosi' per anni sono riuscito a non farmi violentare come invece hanno subito altri ragazzi nella comunita'", ha raccontato il testimone. "Poi quando, dopo anni, nel 2001-2002, ho scoperto che invece gli altri ragazzi della mia generazione erano stati violentati, e ce lo dicemmo, ci coalizzammo contro Fiesoli e gli altri capi del Forteto, fu questa la svolta".

Nel 2004 il teste lascio' la comunita'. Il teste ha raccontato che quando arrivo' diciottenne "fui invitato come gli altri a votare Pds e Ulivo, il partito giusto ci dicevano, ma io votai come mi aveva insegnato mio padre, che mi aveva parlato tanto bene di Gianfranco Fini: feci l'errore di dirlo a tavola e cosi' venni aggredito
verbalmente, offeso davanti a tutti, dall'uomo che seguiva le questioni politiche dentro la cooperativa. Il Forteto e' considerato una cooperativa rossa anche se non e' proprio cosi'".

Il teste ebbe le prime esperienze sessuali complete con una donna, una madre affidataria del Forteto, ora tra i 23 imputati del processo, di parecchi anni piu' anziana. Successivamente con le coetanee "dovevo tenere nascoste le relazioni perche' Fiesoli e gli altri non volevano che ci fossero relazioni eterosessuali nella comunita'". Il teste ha anche parlato del regalo, una collana di corallo rosso, fatto durante un viaggio a Budapest per la moglie di un giudice "con la carta di credito della Fondazione Il Forteto", e dei lavori artigianali fatti "per fare favori" a casa di un'avvocatessa fiorentina vicina alla comunita'. Ha raccontato anche che al Forteto per togliere definitivamente i figli ai genitori naturali "bisognava distruggere la famiglia di origine, togliendo la patria potesta', e per
farlo bisognava che i bambini gia' assegnati dal tribunale fossero convinti a denunciare la loro mamma o il loro padre", anche raccontando terribili fatti non veri.