Firenze, 30 marzo 2014 - LE IMMAGINI assomigliano a quelle di Chernobyl, una città cristallizzata nel tempo e nello spazio dall’incidente nucleare del 26 aprile 1986. Anche se con colpevole ritardo, gli abitanti vennero caricati su pullman ed evacuati per sfuggire alle radiazioni. E ancora oggi le fotografie scattate da chi si avventura in quei luoghi dimostrano come tutto venne lasciato a metà nella fretta della fuga dall’incubo radioattivo. Entrare oggi nel complesso di piazza San Firenze, due anni dopo la sua riduzione a puro involucro architettonico, è francamente inquietante: il tribunale sembra sia stato evacuato, non trasferito. E i segni tangibili di quell’attività appaiono sospesi nel vuoto in una fissità inevitabile: armadi semiaperti o sigillati alla buona con ancora strani — e si spera inutili — fascicoli giudiziari al loro interno; sedie nel mezzo dei corridoi che fanno pensare alla compagnia di fantasmi; libri di diritto abbandonati su scaffali, inconsapevolmente simboli dello sfascio della nostra giustizia; fogli sparsi per terra un po’ dappertutto; brandelli di affreschi che spuntano dietro pareti sfondate e sbrecciate.

ANCHE le stanze più nobili del fu tribunale — ad esempio la presidenza — appaiono devastate da un abbandono che non sembra avere margini di soluzione. Perché le magnifiche sorti e progressive del pomposo complesso monumentale di piazza San Firenze sembravano già segnate: doveva essere la sede delle università per stranieri. Vedrete, si diceva, sarà uno dei fiori all’occhiello della nuova Firenze renzianamente pedonalizzata? Ebbene, il tempo è passato, la pedonalizzazione è stata fatta ma piazza San Firenze resta molto simile a un’area post-atomica, dove l’enorme movimento di persone generato dal tribunale ha lasciato il posto al vuoto e alla demoralizzazione commerciale dovuta al trasferimento a Novoli di tutte le attività legate al comparto della giustizia.

MATTEO Renzi, nella sua intervista di fine anno scorso, fu molto chiaro riguardo San Firenze: «Dev’essere uno spazio di vita — disse l’allora sindaco , questo lungo trasloco sta terminando. Senza bancarelle la piazza è una chicca. E sarà a regime nel 2015. Per godere appieno di una pedonalizzazione bisogna consentire al tessuto culturale, commerciale, imprenditoriale, residenziale, di organizzarsi. Dentro l’ex tribunale andranno realtà accademiche, non solo orientali ma anche l’Istituto universitario europeo. sarà un luogo vivo almeno fino a mezzanotte con mostre, musica, spettacoli». Al momento, però, di vivo c’è poco.