Firenze, 24 marzo 2014 - Difficile comprendere come un animale domestico, seppur compagno di vita quotidiana, possa vivere il distacco dal suo padrone. Ancora più complicato capire quanto possa soffrire una persona al pensiero che il suo amico a quattro zampe non lo vedrà mai più. Forse per i pazienti ricoverati nei tre hospice dell'Azienda sanitaria di Firenze (Asf) quello di avere al proprio fianco il cane o il gatto di casa sarà l'ultimo dei pensieri. Ma forse no. Per questo nelle strutture residenziali di San Felice a Ema, San Giovanni di Dio e delle Oblate "cani e gatti possono entrare e stare con i loro padroni per rendere meno duro il distacco" .

Nasce così "un protocollo finalizzato alla gestione dell'accesso e alla permanenza all'interno della struttura di cani e gatti appartenenti al nucleo familiare dell'ospite - spiega l'Asf - messo a punto all'hospice di San Felice a Ema, dove, insieme ai volontari della Fondazione italiana di leniterapia, l'esperto personale della Asl accompagna chi si trova nella fase terminale di una malattia inguaribile".

Il protocollo serve e fornire a operatori e volontari "informazioni su come favorire questa compagnia, in tutta sicurezza per sé e per gli ospiti del centro". I tre hospice dell'azienda dispongono complessivamente di 31 posti letto ed hanno ospitato lo scorso anno circa 600 persone.