Firenze, 21 marzo 2014 - La "skyline" di Firenze in rosa, con la sclitta "Scaletti sindaco" e lo slogan "Io ci sono". Così CristinaScaletti (ex assessore regionale alla cultura, al turismo e al commercio) presenta la sua candidatura a sindaco di Firenze. Dopo alcune settimane di riflessione, Scaletti ha sciolto la riserva e ha deciso di correre alle elezioni comunali con una sua lista civica.

Al centro dell'obiettivo programmatico di Scaletti c'è una Firenze che entri tra le dieci città più vivibili al mondo.

''Desidero offrire a Firenze una nuova visione della città _spiega Scaletti_ puntando a una qualità della vita spendibile sul piano della salute, e in questo la qualità dell'aria è essenziale: non dobbiamo vedere una città verde e sostenibile come un concetto retrò, perché pensare 'verde' è innovativo e creativo, e ogni singola persona deve sentirsi in grado di esprimere talento, creatività', ambizione''.

Le parole d'ordine di Scaletti sono comunicazione, dialogo, integrazione, inclusione: ''Credo che l'amministrazione passata abbia fatto molte cose buone; il problema è sopraggiunto laddove ci sono state troppe promesse non mantenute. Bisogna promettere ciò che si è in grado di mantenere, altrimenti si genera disaffezione nei confronti della politica. Bisogna essere ambiziosi ma concreti: le cose si realizzano se prima si pensano, poi se si strutturano da un punto di vista di programmazione pratica, e se si mettono sul campo" .

Riguardo alla questione dello sgombero dei banchi degli ambulanti dal mercato di San Lorenzo, Scaletti parla di un errore di pianificazione da parte dell'amministrazione comunale: ''Non si può pensare di spostare il mercato di San Lorenzo senza sapere dove si va a mettere, senza sapere se i banchi c'entreranno, senza sapere se la Soprintendenza darà il permesso. Questo lo ritengo, al netto del merito un errore di pianificazione dell'amministrazione, che deve essere in grado di fronte a ogni problema di sapere dove vuole arrivare e come fare per arrivarci, altrimenti si fa spettacolo, e lo spettacolo non è più consentito alla politica''.

R.D.P.