Firenze, 11 marzo 2014 - Le reciproche scorrettezze tra tifosi di Juventus e Fiorentina, con i cori antisemiti degli juventini e sulla strage dell'Heysel dei tifosi viola, vanno dritte alla procura federale. Il giudice sportivo, non essendo in grado di indagare appieno su cosa è accaduto, rinvia dunque tutto l'incartamento alla procura. Che adesso indagherà e poi girerà nuovamente al giudice i risultati di queste indagini. 

Nella relazione dei collaboratori della procura federale su Juve-Fiorentina - spiega il giudice sportivo - "si riferisce che 'nel corso della gara, ed in particolare nei primi 10 minuti del primo tempo, una parte dei tifosi stipati nella Curva Sud della Juventus intonava un coro le cui parole non sono state percepite dagli scriventi e comunque non erano distinguibili a causa del brusio creato dalle 40mila presenze di spettatori'. Considerato che tale insultante coro, dal biasimevole tenore antisemita, e' sufficientemente intellegibile nel file-video allegato come relazione integrativa dalla stessa procura federale manda al procuratore federale affinche' voglia acquisire, anche tramite l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive presso il ministero dell'Interno, e di riferire a questo giudice ogni ulteriore circostanza utile per valutare la dimensione e la percettibilita' di tale condotta, nonche' in merito all'esposizione nel settore occupato dai sostenitori della Fiorentina di una sorta di manifesto dal tenore asseritamente insultante la memoria della tragedia dell'Heysel".

Strascico polemico notevole quello tra Juventus e Fiorentina dopo la partita finita 1-0 per i bianconeri. Non era andato giù alla Fiorentina questo tweet peraltro inviato dall'account ufficiale della Juventus.

I tifosi della Fiorentina avevano risposto coi "quattro salti in padella" che la Juventus aveva preso all'andata nel 4-2.

Le frasi gravi dei cori antisemiti contro la Fiorentina erano state intanto giudicate riprovevoli dall'Unione delle comunità ebraiche italiane, che in un comunicato aveva sottolineato la vergogna di certi tipi di cori.