Firenze, 1 marzo 2014 - PER OLTRE tre decenni ha insegnato a politici, diplomatici, storici, sociologi, giuristi e giornalisti, a cambiare... verso, sul come leggere il presente e immaginare il futuro. Sotto gli insegnamenti di Mario Luzi, uno dei più grandi poeti italiani del ‘900, si è formata un’intera classe dirigente: quella che ha ricevuto la sua formazione al Cesare Alfieri, la facoltà di Scienze politiche di Firenze, dove il poeta-scrittore aveva la cattedra di letteratura francese.

 

E ieri, nel nono anniversario della sua morte e a qualche mese dal centesimo anniversario della sua nascita, Firenze gli ha voluto dedicare una giornata speciale fitta di mille appuntamenti. Il più importante a Palazzo Vecchio, nel Salone dei Duecento, dove qualche centinaio di ragazzi hanno partecipato alla cerimonia del Terzo premio ‘Firenze per Mario Luzi’ nato in collaborazione con La Nazione.

 

Luzi dopo la laurea si era dedicato all’insegnamento del francese prima nei licei e poi dal 1955 all’università fiorentina. Un dialogo fra poesia e scuola mai interrotto. Ecco perché 126 ragazzi degli istituti toscani si sono cimentati in una gara in grado di appassionare ancora il mondo della scuola alla poesia. Perché? La risposta più genuina l’ha data uno dei ragazzi vincitori di cui pubblichiamo il testo qui accanto: inutile aggiungere altro. Le premiazioni dei ragazzi sono state effettuate dall’assessore all’educazione Cristina Giachi che, di prima mattina, si era recata, insieme al figlio del poeta, Gianni Luzi, al cimitero di Castello dove è sepolto. Alla cerimonia ha partecipato commosso lo stesso Gianni Luzi che ha ricordato brevemente l’opera del padre. Il professor Marco Marchi, docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea dell’Università, ha rinunciato a fare la sua ‘Lectio magistralis’ per parlare a braccio di come la poesia ci possa fornire una chiave di lettura più autentica della nostra vita. Ai ragazzi è stato poi proiettato in anteprima il film ‘Un viaggio in versi con Mario Luzi’ dei registi Antonio Bartoli e Silvia Folchi, curato dallo stesso Marchi, e sponsorizzato dalla Regione. Il film è stato poi proiettato, nel pomeriggio, alle Murate. Sempre nel pomeriggio di ieri, ma a Palazzo Medici Riccardi, il regista e autore Ugo De Vita ha presentato il suo spettacolo ‘Anima e destino’ dedicato all’opera di Luzi. Martedì 4 marzo, infine, toccherà a Palazzo Madama ricordare il poeta che fu nominato senatore a vita dal presidente Ciampi proprio 10 anni fa.
 

Luigi Ceccherini

 

 

IL COMMENTO DI MARCO MARCHI,  PRESIDENTE DELLA COMMMISSIONE GIUDICATRICE DEL PREMIO “FIRENZE PER MARIO LUZI”.

 

Luzi, i ragazzi e la poesia

 

Che modo migliore, per celebrare l’anniversario della scomparsa di Mario Luzi, avvenuta il 28 febbraio 2005, e, insieme, il centenario della sua nascita che nel 2014 ricorre, di questo concorso giovanile giunto alla sua terza edizione? Centotrenta studenti toscani pronti a testimoniare di persona, con entusiasmo ed estro creativo, della necessità della poesia con versi che loro stessi hanno scritto.

È la poesia che attraverso le loro parole torna a farsi espressione, stupore, riflessione, scoperta del mondo, bisogno di comunicare agli altri quella scoperta che è un misto di sensazioni e pensieri diventati immagini, significati, musica. È la poesia che torna a farsi sonora risorsa umana ai cui richiami obbedire per sentirsi più liberi, ed è la festa musicale, appunto, a base di note e accordi, che Luzi stesso in una sua lirica di Sotto specie umana ha mirabilmente colto ed artisticamente realizzato.

Dice la poesia di Luzi, fissando l’attimo ispirativo che puntualmente, come una sorpresa gioiosa e del tutto affidabile, si presenta: «So da sempre che vieni / pure non ti prevedo / mai, m’arrivi, tu, nota, / di sorpresa – e che improvviso / festosamente si rinnova! / Nota,  / al mio primo tocco sfidi / il rosario delle altre, / m’inalzi e mi frantumi / una cupola di sonorità nel cuore, / mi crosci in un diluvio / che non cala, monta / in alto, vaga / oltre i confini  / del desiderio e del dolore».

E dicono adesso i versi di uno di questi poeti in erba, autore di un bel testo intitolato appunto Scrivere una poesia: «La poesia ti porta via / se è sincera, / se è poesia vera / riesce a trasportarti / in mondi trasparenti. // Per quel poco che dura / sparisce la paura, l’allegria appare / e la tristezza scompare».

Marco Marchi

Docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università di Firenze