Firenze, 1 marzo 2014 - In Spagna ed Irlanda i levrieri, cioè galgo, greyhound e lurcher, sono costretti a un’esistenza fatta di maltrattamenti e crudeltà e decine di migliaia di loro sono massacrati ogni anno.
In questi paesi, questi cani non sono generalmente considerati animali d’affezione, ma bestiame o beni agricoli. In Gran Bretagna,  pur avendo in teoria gli stessi diritti di altre razze canine, i levrieri da corsa, i greyhound, vengono considerati dall’industria delle corse alla stregua di beni commerciali da sfruttare al massimo, con scarsa considerazione per il loro benessere, e spesso sottoposti a rischi, crudeltà  e condizioni di vita inaccettabili. In Gran Bretagna i lurcher, usati dagli zingari nelle zone rurali per la caccia al coniglio, vengono spesso abbandonati o maltrattati.


Si stima che i levrieri uccisi nelle isole britanniche siano circa 20.000 ogni anno, 50.000 quelli uccisi in Spagna, ma si tratta di dati ufficiosi, perché nessuno ha interesse ad avere una contabilità precisa.
Nel 2011 ci sono state 327 cucciolate registrate in Inghilterra, 3272 in Irlanda e 3023 in Australia, per un numero stimato di cuccioli compreso tra 50 e 60 mila. In realtà sono stime, perché i cuccioli non vengono registrati individualmente e questo consente di sottostimare le cifre all’occorrenza.
In Europa, l’industria delle corse è strutturata in due potenti organizzazioni, l’IGB in Irlanda e il GBGB in Gran Bretagna, e ha interessi economici per miliardi di euro. Nella sola Irlanda nel 2011, il racing ha generato 500 milioni di euro per il Tesoro e dà lavoro a circa 11.000 persone, su una popolazione di circa 4.000.000 di abitanti.


I cinodromi sono veri e propri luoghi di intrattenimento in cui è possibile bere, mangiare  e scommettere e in cui non è vietato l’accesso ai bambini. Anzi, in Irlanda l’IGB organizza campagne per pubblicizzare le corse nelle scuole.
I greyhound, finché sono utili per questo ingranaggio, vivono le loro giornate generalmente in gabbia, spesso con la museruola. Escono solo per l’allenamento. Ci sono forti sospetti che alcuni di questi cani siano usati come cavie, anche se non ci sono certezze, perché nessuno parla. Frequente e documentato è l’uso di pratiche dopanti.


Il numero di cani dati in adozione dai programmi gestiti dall’industria è irrisorio: circa 4000 in Inghilterra, 600 circa in Irlanda. Questi programmi sono generalmente utilizzati per mostrare che l’industria è sensibile alla situazione dei greyhound, ma i dati dicono chiaramente che si tratta di un palliativo, dal momento che vengono prodotti molti più cuccioli di quanti possano essere dati in adozione.
D’altra parte nei pound irlandesi un greyhound consegnato dal suo proprietario viene spesso soppresso entro poche ore.
 

In Spagna tutti possono allevare galgo per la caccia alla lepre, basta possedere un maschio e una femmina e la riproduzione avviene senza limiti o controlli.
Le femmine destinate alla riproduzione, dopo aver cacciato per qualche anno, sono costrette a sfornare una cucciolata dopo l’altra, come macchine. Quando si ammalano o sono sfinite dai continui parti, sono eliminate.


Alcuni galguero tengono i loro cani come richiesto dalla legge, ma la maggior parte di loro non li considera come esseri viventi, solo come oggetti utili per cacciare.
Di conseguenza, i cani sono tenuti in condizioni misere, stipati in baracche, chiusi in recinti polverosi o fangosi all’addiaccio o in buche scavate sotto terra, al buio. Sono privati di qualsiasi contatto umano e brutalmente picchiati e maltrattati. I galgo sono nutriti e abbeverati solo lo stretto indispensabile per sopravvivere, sono spesso scheletrici e coperti di ferite perché le ossa sporgenti bucano la loro pelle sottile..Ogni tanto viene loro gettato del pane secco e possono bere acqua stagnante da contenitori sporchi.
Ci sono molti metodi crudeli utilizzati dai galguero per liberarsi dei cani che non sono più utili, in nome di un’orribile tradizione, che ancora esiste nelle regioni interne.


In molte autonomie, come Andalusia, Estremadura, Castilla e Leon, permane l’atroce usanza di impiccare i galgo quando non sono più utili (il “pianista”). Nei tempi passati, quando i contadini non avevano il permesso, o i mezzi, per possedere armi da fuoco, appendere il cane a un ramo era l’unico e più rapido metodo per disfarsene. Se il galgo era stato un buon cacciatore, allora il padrone l’avrebbe appeso in alto concedendogli una morte rapida. Ma se il cacciatore non era contento del suo cane, per punirlo l’avrebbe appeso con le zampe che toccano appena la terra Sospeso in questo modo, il povero animale inizia a muovere disperatamente avanti e indietro le zampe posteriori, che sfiorano appena il terreno, come un “pianista”. Il cane ha tutto il tempo di provare panico, ansia, disperazione e dolore. Il soffocamento può durare ore, talvolta anche giorni.


Anche gettare i galgo nei pozzi è una pratica diffusa.. Un altro modo di liberarsi dei galgo inutili è spezzare loro le zampe anteriori, una morte lenta e dolorosa. Altri preferiscono portare i cani nella discarica e ammazzarli a badilate in testa, oppure li puniscono lasciandoli morire lentamente di fame e di sete.
Molti galgo vengono semplicemente abbandonati lontano da casa, ma anche questo equivale a una condanna a morte. Se sopravvivono alla strada, al freddo e alla fame,  li aspetta inevitabilmente una perrera, uno dei famigerati canili lager spagnoli, dove i cani vengono uccisi mediante eutanasia entro venti giorni,  ma dove spesso muoiono di stenti prima che la condanna a morte,  che chiamano il “sacrificio”, venga eseguito.


In Spagna, Irlanda e anche Gran Bretagna vi sono forti connivenze politiche tra mondo delle corse e della caccia e mondo politico, e questo rende molto difficile l’applicazione delle leggi, quando ci sono, o l’approvazione di nuove leggi a tutela dei levrieri.


Ci sono tuttavia in questi paesi molte persone, molte organizzazioni che danno voce a questa sofferenza e che si battono contro le corse e la caccia, e per il riconoscimento di questi cani come pet, animali d’affezione. La nostra associazione cerca di aiutarli, non solo  attraverso l’adozione, ma anche con il sostegno quotidiano alle campagne di informazione, denuncia e lotta. Per esempio, il 26 gennaio saremo anche a noi a Manchester dove parteciperemo a una grande protesta contro il greyhound racing in Inghilterra.


Bisogna dire che, anche se a fatica, la situazione dei levrieri sta migliorando, soprattutto in alcuni paesi in cui è più forte la coscienza della dignità degli animali, come la Gran Bretagna, e anche a seguito della crisi economica. Gli utili sono in calo e i cinodromi vivono una crisi di pubblico; in alcuni casi vengono chiusi. Ma moltissimo lavoro c’è da fare, se si considerano i numeri che abbiamo fornito e gli interessi in gioco, interessi che certo non sono disposti a farsi da parte passivamente.
 

Più difficile la situazione spagnola, dove in alcune zone la quantità di levrieri maltrattati è veramente alta, la coscienza della difesa degli animali dai maltrattamenti è bassa, e le leggi inadeguate o non applicate.
Il nostro nome non è casuale, perché i levrieri in realtà non sono solo veloci, ma sono anche grandi animali d’affezione, compagni di vita a 360 gradi. Contrariamente a quanto si pensa non hanno bisogno di spazio ma, come tutti i cani, di attenzioni, di una vita sana e di un rapporto profondo con gli esseri umani. Un rapporto che comprenda passeggiate, tempo trascorso insieme ma anche attività che ne allenino l’intelligenza, come per esempio la mobility dog.


Sono cani docili, dolci e molto “intelligenti”, impiegati anche nella pet-therapy e in progetti con bambini autistici e dislessici. Sono peraltro molto bravi con i bambini.
Contrariamente ai luoghi comuni, spesso possono convivere con i gatti, purché l’inserimento venga effettuato in maniera corretta.
Per l'associazione Pet Levrieri Onlsu, come spiega la vicepresidente Gaudenzia Martinengo - dare in adozione questi cani, significa promuoverne il benessere anche quando sono nelle nuove case, organizzando attività che permettano di migliorare il rapporto con gli adottanti, favorendone una piena integrazione nelle famiglie e nel mondo nuovo in cui vengono a vivere. Chi adotta deve essere seguito anche dopo l’adozione, se necessario con l’ausilio di persone esperte, preparate e qualificate. Siamo infatti contrari al fai da te che spesso è presente tra chi salva i cani e per questo.


La procedura di adozione inizia con la compilazione di un modulo di richiesta dati disponibile sul  sito www.petlevrieri.it; quindi prosegue con un colloquio telefonico ed eventualmente, se ci sono le condizioni, con la visita preaffido. L’obiettivo é verificare l’idoneità dei richiedenti, in secondo luogo di scegliere il cane giusto per ogni diversa situazione.
L'associazione si finanzia attraverso le quote associative e le donazioni; è nata fin dall’inizio come Onlus e sta perfezionando la procedura.

 

Il 22 marzo l'associazione organizzerà a Firenze un corso per i volontari che desiderano offrirsi per fare i controlli preaffido e postaffido e seguire le adozioni. E' un corso tenuto da un educatore cinofilo SIUA, David Morettini

Per info e adozioni; www.pelevrieri.it ,   
cell. 345 4543054

 

ECCO ALCUNE TESTIMONIANZE DI ADOTTANTI FIORENTINE SOCIE DI PET LEVRIERI

Afferma la  socia di PET LEVRIERI, la fiorentina Sarah Carbone: Ho adottato Javier, un galgo spagnolo di 4 anni, il 31 agosto 2013.  Era stato trovato vagante nelle campagne di Siviglia ed era stato picchiato fino rompergli le costole e spezzargli una zampa. Malgrado le brutte esperienze vissute si è subito legato profondamente a me e alle bambine. E’ un cane dolcissimo, capace di un amore e di una gratitudine infinita. Non ha avuto problemi nemmeno con l’altro cane di famiglia e vive benissimo anche in appartamento. Non comprendiamo come sia possibile per alcune persone fare del male a queste creature sensibili  e buonei”.


Sua cugina Jasmine ha adottato Frutti, altro galgo spagnolo. “Ho sempre amato i levrieri e, quando ho potuto  prenderne uno, ho preferito adottarlo piuttosto che comprarlo in allevamento. Quando ho visto Javier, ho capito che era la scelta giusta. Frutti ha avuto una vita durissima. E’ stato trovato randagio nei dintorni di Medina del campo insieme ad una compagna di sventura. Era in condizioni pessime , scheletrico e coperto di ferite. Si trovava in rifugio da un anno senza che nessuno l’avesse mai richiesto. Sono felice di potergli dare finalmente l’amore di una famiglia e il tepore di una casa”.
 

Anche Cristina Mugnaini di Impruneta, ha adottato da pochi mesi una galga, Chloe.  “Amo tutti i cani, di razza e  meticci. A casa mia ho tanto spazio e ci sono sempre cani salvati da situazioni difficili. Dopo aver saputo delle atrocità a cui sono sottoposti non potevo non adottare anche un galgo. E’ una cagnolina molto affettuosa e gentile, che va d’accordissimo anche con le mie chihuahua e si è integrata benissimo nel mio variegato branco. Noi la adoriamo, letteralmente”.