Firenze, 5 febbraio 2014 - E' difficile confessare di sentirsi orfani da adulti. Ci vuole garbo, pudore, un po' di timore per non essere compresi. Si finisce per dirlo soprattutto a se stessi. Ma al tempo stesso quel fiore portato, quelle immagini che tornano, la carezza sulla fotografia mentre riemergono e si scandagliano frasi e ricordi, rendono conto di un ministero e di un mistero di assenza che si fa ponte verso altro, verso il ritrovarsi. “A che età si smette di essere orfani? - chiede Valerio Magrelli, poeta attento alla filigrana della vita – Un uomo che perde il padre, mettiamo a sessant'anni, non si può dire tale, pena il ridicolo. A dieci sì, ma a trenta? E a quarantasette? E' l'età giusta, la mia: morto che parla, semi-orfano che prende la parola”. Dando corso a una modalità coltivata anche per altri libri, frutto di una ricerca in ambiti che gli sono particolarmente cari perché rivelativi, Valerio Magrelli ha scritto foglietti per appuntare questo e quel ricordo del padre scomparso, quell'osservazione e quel sogno, riuniti poi in 'Geologia di un padre', edito da Einaudi, con una sezione iniziale di disegni del padre ingegnere, quindi 83 capitoli ricavati dai foglietti, tanti quanta l'età del genitore, e  una breve sezione tematica di poesie, che sono al centro dell'incontro, mercoledì 5 febbraio, alle 17.30, di 'Leggere per non dimenticare', la rassegna letteraria curata da Anna Benedetti, nella  Biblioteca delle Oblate, in via dell'Oriuolo 26.
 

Un amico – continua Magrelli nel capitolo 32 – mi ha raccontato che, alla morte del padre, aveva appena quattordici anni: 'Venni spezzato in due, come un grissino'. A distanza di tanto tempo, l'immagine continua a visitarmi”, come lo visitano, del resto, le icone ritratte in questo percorso che non si conclude, anzi si ferma - lasciando intuire che si smuoverà - sulla soglia di una porta, nei pressi della quale, sorridente e controluce, il padre invita ad entrare. E' la porta di qualche chiesa sconosciuta. Sulla soglia del mistero si ripropone l'insegnamento antico del padre: “Quando una porta è chiusa, non ti fermare mai. Vai dritto e aprila. Lascia agli altri, se vogliono, il peso di vietarti l'ingresso. Non arrestarti, prima che te lo impongano”. 
Introducono l'incontro con Magrelli l'assessore regionale Cristina Scaletti e lo scrittore Mario Graziano Parri.
Michele Brancale