Firenze, 17 dicembre 2013 - Violenza sessuale. Questa l'accusa con cui tre carabinieri sono stati rinviati a giudizio dal gup di Firenze. L'indagine iniziò nell'agosto del 2010 su denuncia di una donna che raccontò di aver subito le violenze durante una perquisizione della sua abitazione. Secondo la versione dell'accusa gli abusi sarebbero avvenuti anche in caserma. La perquisizione riguardava il fidanzato, che viveva con lei, per questioni di droga. Il processo si aprirà il 16 maggio 2014. 

I militari hanno fra i 37 e i 41 anni: secondo la ricostruzione dell'accusa in due avrebbero abusato a turno della donna, una giordana 38enne, e poi insieme, in casa durante il controllo. Uno di loro sull'auto, mentre la accompagnava in caserma; quindi, un terzo nel suo ufficio in caserma. Avrebbe subito violenza anche una volta riaccompagnata a casa. Contro di lei anche minacce come ''Devi stare zitta altrimenti saranno guai''.

I carabinieri le avrebbero anche prospettato ''implicitamente il pericolo - è scritto nell'avviso chiusura indagini - di coinvolgerla in qualche modo nelle indagini a carico'' del fidanzato. 

Per l'avvocato Eraldo Stefani che, insieme a Francesco Stefani, difende i tre carabinieri rinviati a giudizio per violenza sessuale: ''Ci sono intercettazioni, esami scientifici sui profili genetici, testimonianze che comprovano in maniera granitica che le accuse sono destituite di ogni fondamento''. ''Ci sono le testimonianze di altri militari che erano con loro quella sera - ha spiegato Stefani - che smentiscono il racconto della donna. Nulla di tutto ciò di cui sono accusati i tre militari è avvenuto''. ''E' una vicenda che ha dell'incredibile - ha aggiunto il legale - E' impressionante la mole di elementi probatori che assicurano la completa e totale estraneità dei tre militari. Purtroppo - ha concluso - ormai l'udienza preliminare non è più un momento reale di filtro, ma solo un momento di passaggio''