Firenze, 1 dicembre 2013 - «FIRENZE se resta immobile rischia di diventare un museo dove si paga per entrare, se apre alla modernità può crescere e diventare città», parole di Richard Rogers, un architetto di fama internazionale che ieri, a 80 anni, si è un po’ emozionato tagliando il nastro, insieme al sindaco di Scandicci Simone Gheri, del nuovo centro. Non storico, ma moderno. E atteso per dare una svolta al grande comune che con la capitale toscana è tutt’uno.

Già Scandicci. Se ci fermiamo a riflettere anche poco dobbiamo evidenziare che è stato un luogo di vera innovazione: oltre al Centro Rogers pensato da dieci anni e realizzato in tre (non male per i tempi italiani), è il Comune che ha beneficiato della tramvia con Firenze naturalmente. Tanto beneficio da cambiare le abitudini di mobilità di migliaia e migliaia di persone ogni giorno. Scandicci è molto internet free. E soprattutto è riuscito ad attrarre grandi nomi dell’imprenditoria internazionale (vedi Gucci) e altri che da quegli stabilimenti sono decollati. Merito, come sottolineò il sindaco Gheri, di due fattori: l’autostrada a tre corsie (infrastrutture) e la certezza dei tempi di insediamento (burocrazia). Applausi.

Qualcosa di altrettanto interessante si sta aprendo a Campi dove il sindaco Fossi ha marcato da subito la sua strada di discontinuità col predecessore Chini. Più coinvolgimento della gente e scelte come la riapertura del centro. E non dimentichiamo le grandi potenzialità di Spazio reale a San Donnino. Insomma la Grande Firenze sta nascendo attorno a Firenze. Buona domenica.