Firenze, 25 novembre 2013 - Contro gli stupri, le violenze domestiche, le molestie sul lavoro e le discriminazioni professionali, contro quella mano di uomo che è la prima causa di morte per tante di loro. La violenza sulle donne è un’emergenza da fronteggiare e per questo anche a Firenze sono state organizzate iniziative per dire No alla violenza sulle donne. Oggi, Giornata internazionale contro la violenza alle donne voluta dall’Onu e da Amnesty International, l’assessorato alle pari opportunità propone, in collaborazione con la commissione consiliare pari opportunità e le associazioni che si occupano delle tematiche di genere, una serie di iniziative per combattere questo tragico fenomeno e sensibilizzare i cittadini.

Un programma che non si esaurirà nella giornata odierna, ma che presenta una serie di eventi, fino al 5 dicembre, per riflettere, capire ma anche aiutare le donne a interpretare i segnali, prendere coscienza di essere vittime e convincerle a denunciare. Il Comune di Firenze, inoltre, promuoverà una campagna di comunicazione con manifesti che, oltre a far riflettere, contengono l'indicazione concreta del numero da chiamare per trovare aiuto in caso di violenza: il 1522

 

Nel consiglio comunale di oggi con comunicazioni istituzionali e interventi esterni (su proposta della commissione pari opportunità è stato esposto, durante la seduta, un drappo rosso dal terrazzo del Salone dei Duecento), si è parlato anche della campagna ‘Posto occupato’. Due saranno gli appuntamenti principali con gli eventi organizzati dall’assessorato insieme a New Italian Cinema Events (Nice), Robert F. Kennedy Foundation, River to River, Cospe e Soroptimist international club Firenze. 

 

Stamani si è svolto il convegno ‘Tra i mille volti della violenza’, mentre la serata sarà dedicata alle donne di ‘River to River-Florence Indian Film Festival’ (dalle 17 alle 22.30 al cinema Odeon, di piazza Strozzi, Firenze, ingresso a pagamento). In piazza Santissima Annunziata ha avuto luogo il flash-mob ‘Basta alla violenza contro le donne’ promosso dall'azienda regionale per il diritto allo studio, in collaborazione con Angela Torriani Evangelisti (direzione artistica Versiliadanza e responsabile settore danza del Teatro Cantiere Florida) e Duccio Scheggi.

 

Al Giardino dei Ciliegi è stato presentato il libro ‘Noi Donne di Teheran’, di Farian Sabahi. Stasera alla palestra di San Niccolò (dalle 18 alle 21) e al Teatro dell’Affratellamento (alle 21.30) ‘Per l’eliminazione di ogni Violenza contro le Donne - Riflessioni in più linguaggi’ con spettacolo-laboratorio ‘Garage’ di Marco Zannoni. 

 

Il 26 novembre sera, presso il Viper, un evento sul tema dedicato ai più giovani ‘La forza non è violenza’ con la collaborazione dei protagonisti del Calcio storico fiorentino. Venerdì 29 novembre, al Teatro 13 (via Nicolodi 2 inizio alle 20.30), andrà in scena la rappresentazione teatrale ‘Marcella o dell’uccisione dell’anima’. Giovedì 5 dicembre, al Giardino dei Ciliegi, è in programma il laboratorio ‘La violenza invisibile’. Ci sono poi il concorso, indetto da Arci Firenze, ‘A Zero Violenza!’ per un manifesto contro femminicidio e violenza sulle donne; l’evento promosso da CGIL in Piazza S.Croce, che si è svolto oggi, con l'esposizione ormai nota delle scarpe rosse per ricordare le donne scomparse.

 

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, LE PAROLE DEL REGISTA UNNI VIJAYAN

''Il più grande problema delle donne in India è che certa violenza è legittimata dal sistema patriarcale. Ci sono tanti rituali che continuano a perpetuare questo genere di violenze e molti politici fanno finta di niente''. Lo ha detto il regista indiano Unni Vijayan, oggi a Firenze, per la prima italiana del suo film Lessons in forgetting per il festival River to River, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il film è stato un piccolo caso in India e tratta il tema della violenza sulle donne. 

 

''Le leggi in India - ha spiegato il regista - ci sono ma non vengono rispettate''. "Il film - ha aggiunto - è incentrato sulle giovani indiane che lottano per difendere i propri diritti e la propria emancipazione. E' dedicato a un pubblico che crede di sentirsi giusto con le donne. Non è basato su una storia vera ma sono problemi reali, fatti che possono succedere".

 

"Il modo patriarcale di pensare - ha spiegato Vijayan - esiste ovunque, dipende da quanto è radicato. In India c'è la legge ma finché non cambia la mentalità non c'è niente da fare". "C'è una cerimonia - ha spiegato il regista - in alcune parti dell'India, in cui le bambine appena nate vengono uccise.
Infatti la colonna sonora del mio film racconta questi rituali". "In India se riesci a capire il sesso del bambino puoi abortire". "Ci sono ancora situazioni - ha detto infine il regista - in famiglie ricche, in cui vogliono un maschio e cercano di selezionare tramite i vari metodi di fecondazione artificiale''.