Firenze, 13 novembre 2013 - “Il rischio associato alla presenza di amianto non è trascurabile”. Parole secche ma al tempo stesso chiarissime, che pongono interrogati e richiedono interventi immediati, soprattutto perché provengono da un’autorevole fonte, l’Arpat. L’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, all’inizio di giugno, ha ispezionato la caserma dei Carabinieri Baldissera, situata sul lungarno Pecori Giraldi. Dal rapporto si evince come il problema principale sia localizzato sul tetto della caserma.

“La copertura della sede del Comando Legione ed alcuni comignoli sono in cemento amianto. Lo stato di conservazione dell’amianto è stato giudicato non ottimale. La superficie stimata è di 1900 metri quadrati”.  Il rapporto arriva immediata al cuore del problema, quello che più allarma i fiorentini. “Si ritiene che il rischio associato alla presenza di amianto non sia trascurabile, sia in considerazione del fatto che la copertura si trova nelle vicinanze di terrazze di alloggi di servizio al momento occupati, sia per il suo stato di usura”.

Come dire, esiste un concreto pericolo, per i militari che ogni giorno si recano a lavoro, per chi risiede nei dodici alloggi di servizi e per le famiglie che vivono nelle case poste nei dintorni della caserma, di subire dei danni alla propria salute. Lo scorso 30 ottobre Arpat ha incaricato la Direzione Ambiente del Comune di Firenze perché solleciti una pianificazione per la manutenzione dei materiali contenenti amianto al comando dei carabinieri. Una comunicazione analoga è stata spedita anche all’azienda sanitaria di Firenze. Una situazione grave, sulla quale ieri è intervenuto anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. “E’ indubbio che esista un problema importante. Credo però che sia profondamente sbagliato scagliarsi contro i nostri carabinieri. È ovvio che, a fronte di un governo nazionale che taglia i fondi per la sicurezza, sia impossibile per i militare bonificare quella caserma. Serve un intervento ad hoc dello Stato, perché non si può e non si deve scherzare sulla salute dei cittadini”.

 

di Christian Campigli