Firenze, 12 novembre 2013 - «SI RIGETTA l’appello della procura e si conferma l’ordinanza del gip». Hotel Mediterraneo & C. Poche, stringate righe, recapitate via negli studi in trepida attesa, prima che il pm e gli stessi avvocati abbiano accesso alle motivazioni, probabilmente già disponibili da questa mattina. In pratica, non cambia nulla, nell’inchiesta sul giro di escort intorno agli hotel Mediterraneo e Villa Fiesole: le quattordici misure cautelari (in carcere) richieste dal pm Giuseppe Bianco (trasferitosi nel frattempo a Roma e sostituito dal collega Giuseppe Ledda) per tutti gli indagati, e il sequestro delle due strutture ricettive in cui alloggiavano o ricevevano i clienti le ragazze, s’infrangono nuovamente davanti al tribunale, dopo due precedenti rimbalzi dall’ufficio del gip.

 


IL RIESAME ci ha messo settimane per partorire questa decisione che bastona l’accusa e fa esultare le difese. L’avvocato Francesco Maresca, legale delle due società proprietarie degli alberghi (la Immobiliare Montecarlo spa e la Park Hotel Villa Fiesole srl) esprime «grande soddisfazione in quanto si conferma che le due società risultano completamente estranee ai fatti di cui alle indagini». Gratificato anche Mattia Alfano, difensore del gioielliere Franco Bellini, ritenuto l’organizzatore di incontri e festini. «Si rivaluta il quadro indiziario raccolto dal pm in fase d’indagine — dice —. Per questo tipo d’imputazione, con tutti i soggetti incensurati, apparivano comunque spropositate le richieste di misure cautelari detentive». Umore opposto tra gli inquirenti, anche se per molti, la decisione del Riesame era nell’aria. Adesso più che mai, che sono passati ormai mesi dalle perquisizioni e dai sequestri e dai due “no“, prima a gennaio, poi a giugno, del gip Antonio Banci.

 


MA L’INCHIESTA, condotta dalla polizia postale, nata da una segnalazione di una moglie che scoprì dove il marito sperperava i soldi e che ha lambito perfino Palazzo Vecchio, non è ancora conclusa. Per il filone escort, la procura ha formalmente chiuso le indagini ma non è stata ancora fissata l’udienza preliminare. Forse la richiesta di rinvio a giudizio verrà avanzata adesso che si è definitivamente chiusa la partita del Riesame, tirata avanti sin dallo scorso agosto. Nel calderone del Mediterraneo c’è di tutto: tra gli indagati, oltre al gioielliere e ai due fratelli albergatori Taddei, professionisti, imprenditori, alcune ragazze dedite alla prostituzione, un procuratore di calcio. Ancor più vario l’universo dei frequentatori di questo giro: avvocati, giornalisti, sportivi, alta borghesia.

 


MESI E MESI di intercettazioni telefoniche — a cominciare dall’utenza dell’”ape regina” Adriana Ionita, che parlava con professionisti, imprenditori e politici — hanno dato materiale per l’apertura di altri fascicoli e altri filoni d’indagine. A cominciare dall’evasione della tassa di soggiorno: dopo la scoperta dei “furbetti” che segnavano più bambini (esenti dal pagamento della tassa dell’importo di un euro a stella) per versare meno soldi all’amministrazione, il Comune ha verificato e ha scoperto che l’ammanco sarebbe molto più cospicuo e riguarda molte altre strutture. Ma forse le migliaia di telefonate registrate hanno fatto scoprire anche altro.

 


TRA LE UTENZE poste sotto controllo ci sono state anche alcune intestate a Palazzo Vecchio, compresa quella di un dirigente che, stando alle parole (captate al telefono) dell’Ape regina, avrebbe consumato un rapporto sessuale bollente in un ufficio dell’amministrazione comunale.
Gli investigatori continuano a lavorare a testa bassa, come hanno fatto in questi mesi. La fase 2 dell’inchiesta potrebbe essere nell’aria.