Firenze, 2 novembre 2013 - "Lei era sorridente, solare... Puoi stare certo che quando entrava in un posto lo trasformava". Così gli amici e la famiglia ricordano Carolina, la ragazza scomparsa in un incidente stradale lo scorso 19 ottobre. "Ci fa bene pensare a questo, ridere sugli avvenimenti passati, parlare di com'era.."

E proprio con il sorriso hanno voluto raffigurarla nel grande murales in suo onore, inaugurato oggi al Circolo "La Concordia" in via del Ronco Lungo a Firenze, dove Carolina era solita ritrovarsi con la sua compagnia. Il graffito è stato disegnato da un ragazzo che lavora nel campo dell'arte e dei tatuaggi, ma è stato realizzato insieme da tutti gli amici della giovane, che lo hanno 'firmato' con le impronte delle mani (comprese le zampette dei due cagnolini), come ultimo saluto. "Siamo amici da 15 anni, siamo cresciuti, alcuni hanno preso la loro strada, ma questa cosa ci ha riunito tutti...", commenta una ragazza.

I giovani hanno preso a cuore questo Circolo, se ne prendono cura come se potessero ancora occuparsi di Carolina. Hanno tagliato l'erba, gettato via gli arredi vecchi. Vogliono riempirlo dell'allegria di lei.

La sua miglior amica, anche lei di nome Carolina, prende la parola e racconta di come riesca ancora a sentirla vicina in piccole cose, "cose che magari sono solo coincidenze ma ti fanno stare meglio.. Come alla mia festa di laurea - continua - erano passati solo pochi giorni da quel terribile giorno ma non me la sono sentita di annullarla. L'ho fatto per lei, so che era quello che avrebbe voluto. Potete immaginare che umore avevo. E poi, a fine della cerimonia, mentre tutti guardavamo il cielo, è passata una stella cadente, una cometa. Era grande. E mi sono sentita meno sola."

Ci tiene a sottolineare che "anche Carolina studiava. Negli ultimi anni aveva tanti interessi, le era un po' passata la voglia, ma voleva finire l'università. Era questo il suo progetto, non certo fare la modella o la Miss come hanno scritto. Quelle cose le faceva per divertimento. Lei voleva terminare gli studi e vivere la sua vita con Jacopo (il fidanzato, che guidava al momento dell'incidente, ndr)".

Poi parlano i genitori. Con le lacrime agli occhi, ma sempre col sorriso sulle labbra. Hanno ripercorso attraverso gli amici, i loro racconti, le lettere, quella parte della vita di Carolina che non potevano conoscere, quella fuori dall'armonia familiare. Si sono seduti dove sedeva lei, hanno giocato a calcio balilla come faceva lei, e "nella disperazione, io ero felice", commenta 'super S', come Carolina era solita chiamare la madre. Ed è super davvero, nella forza con cui sta reagendo a tutto questo, sotto il motto che Roberto e Susanna hanno scritto su Facebook e non mancano mai di ripetere: "La vita devi aggredirla, non subirla". Due persone che dovranno imparare a vivere da sole, ma per adesso si circondano dell'affetto di quei giovani che hanno risposto al loro appello, e che tanto ricordano loro la figlia.

Tra i partecipanti di oggi anche tante persone di Donoratico, il paesino nella provincia livornese dove Carolina era solita andare al mare fin da piccola. E proprio lì si stava recando, a raggiungere i genitori, il fatidico 19 ottobre. "Ho ripercorso quella strada (la Fi-Pi-Li, ndr), due giorni fa, per andare a prendere le sue cose. Tante volte l'avevo fatta, senza pensare a quanto potesse essere pericolosa. Adesso ci faccio caso, e non ci sto. Voglio fare qualcosa, voglio impedire che altre persone debbano vivere quello che sto passando io adesso", commenta Roberto Contini, il padre. Anche se quello di sua figlia, è stato un tragico destino. "Un metro più avanti, un metro più indietro, non sarebbe successo", sono state le parole della polizia. Perché l'auto di Carolina ha finito la sua corsa proprio in un punto in cui una striscia di guard-rail finisce, e ne inizia un'altra. E la prima ha ceduto. Un punto talmente pericoloso, quello tra Lastra a Signa e la Ginestra Fiorentina, che vi si contano circa 250 incidenti l'anno.