Firenze, 10 ottobre 2013 - Sono stati presi i presunti autori dell'assalto al portavalori che fu bloccato il 22 marzo 2013  a Capalle, simulando un incidente. Sette persone sono finite in carcere questa mattina: ci sono banditi di origine siciliana che vantano una curriculum criminale 'pesante': alcuni di essi, riporta la polizia, sono stati arrestati, in passato, per omicidi e per la partecipazione ad associazioni di stampo mafioso.

Due dei sette sono guardie giurate della stessa ditta 'vittima' della rapina, la Btv Battistolli di Vicenza: i complici sono l'autista dello stesso mezzo attaccato e un altro vigilante, anche lui conducente di furgoni della Btv Battistolli, ma quella mattina non presente sul luogo della rapina. Secondo la polizia ebbero compiti decisivi. 

Nelle indagini è emerso che gli stessi malviventi progettavano un altro colpo per assaltare un 'caveau' con 180 milioni di euro. Il delitto e' stato sventato grazie alle investigazioni della squadra mobile di Firenze. Per la nuova rapina gli indagati avrebbero usato pistole e fucili a pompa e la complicità di guardie giurate.

La guardia giurata che conduceva il furgone simulò l'incidente con lo scooterista, anche questo un altro membro del commando, per avere il pretesto di bloccare il mezzo. Secondo la questura, fu lautamente ricompensato per il suo apporto al commando che fece la rapina. Il vigilante assente dalla scena del crimine forni' importanti informazioni alla banda come basista della rapina.

Nel dettaglio, le indagini della squadra mobile di Firenze, grazie all'esame delle immagini riprese da telecamere, hanno stabilito che il conducente del furgone simulo' totalmente di aver avuto un incidente con lo scooterista complice. L'incidente fu una finta completa perché non avvenne nessun contatto tra furgone e moto.

Lo scooterista si gettò a terra senza essere nemmeno sfiorato dal furgone, così la guardia giurata che lo guidava ebbe cosi' il pretesto per fermare il mezzo e agevolare l'assalto. Gli altri due colleghi - feriti lievemente con colpi tirati con i calci delle pistole - erano ignari e subirono la rapina. 

Per errore fu di 'soli' 700.000 euro il bottino raccolto dal commando che agì il 22 marzo scorso nella zona industriale di Capalle (Firenze), e non di 1,2 milioni di euro, la somma totale di denaro contenuto nel furgone portavalori assaltato. La restante parte, ben 500 mila euro, non era stata prelevata da nessuno, in quanto dimenticata all'interno del blindato, sotto un giubbotto antiproiettile. In un primo momento la stima fu di centomila euro.

 

CHI SONO GLI ARRESTATI - Tre dei sette arrestati hanno precedenti per omicidio.

 

Soggetto di spicco, un affiliato alla Stidda, la mafia di Gela, gia' condannato per duplice omicidio e tentato omicidio, Raimondo Giuseppe Romano, 44 anni, originario di Gela, detenuto a Sollicciano dal 1992 e che al momento della rapina al portavalori si trovava in semiliberta'. Secondo le indagini della squadra mobile di Firenze, la mattina del 22 marzo usci' dal carcere ma non si presento' alla ditta dove lavorava come carpentiere proprio perche' impegnato nella rapina al portavalori. Tre mesi fa gli agenti della squadra mobile di Firenze avevano notificato all'uomo un'ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio, su disposizione della Dda di Catania, perche' ritenuto uno dei due uomini che il 15 luglio 1991 uccise a colpi di pistola Paolo Nicastro appartenente alla Stidda di Gela.

L'operazione, denominata 'Trenta Denari', ha portato in manette Mariano Bucca, 58, originario di Palermo ma residente a Lastra a Signa (Firenze), gravato da precedenti di polizia per omicidio, associazione a delinquere, furto e rapina: fu processato nel 1985 a Reggio Emilia per l'uccisione di due uomini sull'autostrada del Sole, duplice omicidio avvenuto l'anno prima nell'ambito di una guerra fra clan per il controllo del traffico di droga.


Altro personaggio di spessore Giovanni Grisafi, 61 anni, nato a Palermo ma residente alle Piagge (Firenze), gravato da precedenti di polizia per omicidio, oltre trent'anni fa, e rapina, accusato di aver preso parte al colpo del 22 marzo 2013 e di aver fornito appoggio logistico. Arrestati inoltre Ivan Di Donato, 30, nato a Milano, residente a San Miniato (Pisa) con dimora a Castelfiorentino, che, oltre ad aver preso parte alla rapina, teneva i contatti tra il gruppo e le due guardie giurate complici; Gianluca Spanu, 26, di Palermo, residente a Firenze, responsabile di aver preso parte alla rapina e di aver procurato al gruppo i veicoli rubati, uno scooter e un'auto, usati per il colpo.

E le due guardie giurate, dipendenti del gruppo Btv Battistolli di Vicenza: l'autista del furgone, responsabile di aver simulato l'incidente che consenti' di mettere a segno il colpo, Roberto Slanzi, 45, di Prato e residente a Pistoia, e il collega Andrea Rossi, 50, fiorentino, che in passato ha lavorato come guardia giurata perfino al Palazzo di Giustizia di Firenze e che, secondo le indagini, ha fornito informazioni sul carico e sul percorso del furgone al gruppo criminale. Inoltre la polizia ha denunciato altre due persone, due ritenuti fiancheggiatori del commando per aver collaborato nel reperimento e nella custodia dei veicoli usati per la rapina.

 

DUE VIGILANTES ARRESTATI, UNO ERA STATO LICENZIATO. SOSPESO IL SECONDO - Una delle due guardie giurate era stata licenziata lo scorso 17 giugno. Si tratta del conducente che il giorno della rapina era alla guida del furgone blindato. A dare notizia di questo aspetto e' il Gruppo Battistolli, di Vicenza, leader nel trasporto di valori e a cui fa riferimento la societa' BTV di cui i due vigilanti erano dipendenti. Il licenziamento - spiega una nota - era avvenuto quale provvedimento disciplinare per i comportamenti "gravemente negligenti e totalmente in contrasto con le procedure di sicurezza adottate dal Gruppo Battistolli e che fanno parte del corredo professionale di tutte le guardie giurate che vi operano". Per l'altro vigilante coinvolto nell'inchiesta e arrestato questa mattina e' stata disposta la sospensione immediata dal servizio".