Firenze, 3 ottobre - Nuove accuse per {{WIKILINK}}Nunzio Garagozzo{{/WIKILINK}}, ex direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Firenze, già ai domiciliari per concussione.

Lo stesso filone dell'inchiesta precedente ha portato a un'ordinanza di custodia cautelare per Garagozzo, a cui stavolta è stata rivolta l'accusa di corruzione. La nuova ordinanza riguarda sia Garagozzo che il commercialista Mencucci, già accusato di concussione insieme all'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate.

Garagozzo, che solo in un primo tempo era in carcere con Mencucci, resta ai domiciliari mentre il commercialista rimane in carcere. Con lui sono finiti in carcere altre due persone, che finora non erano state raggiunte da misure di custodia cautelare: un imprenditore di Ateleta (L'Aquila), Emidio Petrilli, e un avvocato romano, Enrico Santoro.

Secondo il pm di Firenze Paolo Barlucchi, nel 2010, Petrilli, titolare dell'impresa 'Giovanni Tognozzi', avrebbe dato a Garagozzo ''una somma di denaro di rilevante importo'' ottenendo in cambio ''un indebito risparmio di imposta di oltre 4 milioni di euro, la cancellazione del debito per interessi maturati già calcolato in 582 mila euro, l'eliminazione delle relative sanzioni per un milione e 500 mila euro e l'assenza di contestazione del reato di dichiarazione infedele''. Mencucci e Santoro sarebbero stati gli intermediari dell'operazione.

Per il filone principale, che portò agli arresti di febbraio, la procura ha chiesto il giudizio immediato per Garagozzo e Mencucci: il processo si aprirà il 25 ottobre. L'accusa ritiene che, grazie all'intermediazione di Mencucci, Garagozzo abbia chiesto soldi ad alcuni imprenditori per limitare le sanzioni.