Perugia, 27 settembre 2013 - Conto alla rovescia per il processo d'appello bis per l'omicidio di {{WIKILINK}}Meredith Kercher{{/WIKILINK}} e mentre appare certa l'assenza dei due imputati (Amanda Knox e Raffaele Sollecito, anche se quest'ultimo potrebbe presentarsi più avanti) sarà in aula lunedì mattina con il suo legale, {{WIKILINK}}Patrick Lumumba{{/WIKILINK}}, inizialmente accusato da Amanda Knox dell'omicidio di Meredith Kercher e poi prosciolto perché riconosciuto totalmente estraneo al delitto. Per la studentessa americana è stata infatti definitivamente confermata la condanna per la calunnia ai danni del musicista congolese, ma la Cassazione ha rinviato ai giudici di Firenze l'esame dell'aggravante di averlo fatto per procurarsi l'impunità dal reato di omicidio.

Lumumba _rappresentato come parte civile dall'avvocato Carlo Pacelli_ non vuole commentare l'annunciata assenza della Knox dal dibattimento. "Vedremo se effettivamente non ci sarà, lei è furba...".

 

 

I genitori di Meredith Kercher, John e Arline, non parteciperanno alla prima udienza del nuovo processo d'appello. La loro assenza  è dovuta a motivi di salute. In qualità di parte civile, saranno comunque rappresentati dai loro legali.    Anche la sorella di Meredith, Stephanie, che inizialmente
aveva dichiarato che avrebbe partecipato, non ci sara', per stare vicino ai genitori. ''Sono dispiaciuto della loro assenza - ha spiegato il loro legale, l'avvocato Francesco Maresca - anche se  comprendo le motivazioni. Quella di lunedi' sara' comunque un' udienza tecnica e, quindi, auspico e spero nella presenza dei
familiari nelle udienze successive''.

 

Intanto, Perugia "è stanca di una vicenda giudiziaria infinita", come dice il sindaco Wladimiro Boccali: "Credo che lo stato d'animo prevalente sia la stanchezza. Perugia è stanca di una vicenda giudiziaria infinita che, non dimentichiamolo, ha causato danni molto gravi all' immagine della città, da piu' di un punto di vista".

"Ci aspettiamo dunque - continua - una parola definitiva e soprattutto la verità. Lo si deve prima di tutto a Meredith e alla sua famiglia, ma e' anche giusto che tutti coloro che sono stati coinvolti - ha concluso Boccali - abbiano certezze nel loro rapporto con la giustizia"