Perugia, 25 settembre 2013 - Catiuscia Marini, attuale presidente della Giunta umbra, temeva di essere intercettata nel settembre 2012 e riferì a Maria Rita Lorenzetti i suoi sospetti che coinvolgevano anche lei. Senza sapere che invece proprio l’ex governatrice umbra era sotto controllo da parte dei carabinieri del Ros, nell’ambito dell’inchiesta sull’Alta velocità a Firenze e che quindi quella ricerca di informazioni su chi ascoltasse i telefoni era destinata a finire in un’informativa. «Io insomma non è che può essere che i carab... cioè ma voglio dire quando ci vediamo ti voglio dire un episodio che considero inquietante... in generale e ti dirò come l’ho saputo ...» dice la Marini parlando con la Lorenzetti. Ma occorre fare un passo indietro per capire il giro vorticoso di chiamate e le ricerche di contatti.


Il 7 settembre Lorenzetti chiama «tale» Marco che ha in uso un’utenza intestata a Unogas Umbria. A lui racconta di aver avuto notizie da «tale» Valentino che, a sua volta, ha in suo uso un cellulare intestato alla giunta regionale. «...insomma credo che qualcuno di quelli che stavano lì era ascoltato...capito sì?...E quindi è venuto fuori che una parte di queste cose che hanno sbobinato è venuto fuori anche degli apprezzamenti su di lei poco piacevoli... non ho capito chi è...chi sono i gruppi di ascolti, se l’Arma o altri».
«Marco ribatte — è scritto nel documento giudiziario — che è in grado di verificare chi sta seguendo queste attività di indagine». «...Sarà la Finanza...l’Arma non lo so onestamente posso informarmi». «Lorenzetti fa capire che questi stralci di conversazione fatti circolare in maniera anonima riguardano Catiuscia Marini e lei stessa ha chiesto a Valentino di far sapere la cosa alla stessa Lorenzetti», ricostruisce il pm. Il giorno stesso Marco richiama: «E’ stato quel di Todi, carabinieri di Todi...no il suo amico carabiniere di Todi che quell’altri sanno tutto e attenta perché secondo il mio amico mi hanno detto ‘è lei sotto controllo occhio’, lei o qualcuno del suo entourage». Marco l’avverte: «Stai attenta quando parli con Valentino, stai attenta quando parli con lei non utilizzate i telefonini... uno di loro è sotto controllo».


Solo il successivo 12 settembre si parleranno Lorenzetti e Marini. «Secondo me questa è una cosa che prosegue tra virgolette», commentano stando attente a parlare in maniera incomprensibile. Ma sembra capire che in ballo ci sono due questioni. Una sono le intercettazioni. Due giorni dopo il caso viene affrontato anche con la senatrice Anna Finocchiaro che il 13 settembre si è incontrata con la governatrice umbra: «Ma io l’ho trovata, tra l’altro anche fisicamente una specie di sfinge — dice la senatrice — l’ho trovata pietrificata ma tu levaci mano perché questa è una pericolosa con questo sistema stacci attenta sai tieniti lontana...». Poi parlano della candidatura della Lorenzetti — poi sfumata — come presidente dell’Autorità sui trasporti: «Ho suggerito a Bersani che se torna in ballo l’Autorità sui trasporti ci metto te...». Lorenzetti è contenta: «Ci metti me? Amore mio. Ti ringrazio però mi dispiace Anna, guarda... però non va... lei non riesce per di più a entrare in empatia con le persone, con i cittadini, con gli umbri... e poi è una che è inquietante per alcuni versi perché ha alcune relazioni e rapporti .. del genere servizi.. a carabinieri... magistratura». Ribatte la Finocchiaro: «Sì, ho capito perché lei mi ha detto qualche cosa... mi ha suggerito di essere stata destinataria di informazioni... mi ha detto una cosa che mi ha un pò inquietato». E Lorenzetti: «Saremmo tutti quanti sotto controllo?». La senatrice taglia corto: «Poi ne parliamo, se passi uno di questi giorni». Dopo pochi minuti la Lorenzetti richiama Valentino: «Mi ha detto (il riferimento è alla Marini ndr) che qualcuno di noi... me compresa fosse ancora intercettatata.. detta proprio papale papale».
Erika Pontini