Firenze, 18 settembre 2013 - "La sostituzione da responsabile dell’ufficio Via della Regione Toscana fu immotivata e lesiva della mia professionalità; scrissi al mio dirigente che accettavo la decisione dei vertici regionali solo per spirito di servizio": così l’architetto Fabio Zita, lo "stronzo", "bastardo", "terrorista", nemico della squadra capeggiata, secondo le accuse dei pm, da Maria Rita Lorenzetti, ricostruisce all’Ansa la sostituzione subita nel luglio 2012. Quella rimozione dall’ufficio Valutazione impatto ambientale, secondo il gip Angelo Antonio Pezzuti, avvenne proprio per le pressioni della presidente di Italferr sulla Regione Toscana.


Tra i progetti, l’ufficio Via si stava occupando di rilasciare un parere sui lavori per il tunnel Tav di Firenze e l’architetto Zita, forte di pareri tecnici precisi, era contrario al desiderio di Italferr e consorzio Nodavia di far passare le terre di scavo del tunnel come sottoprodotti edili, anziché di considerarli rifiuti essendo una miscela semifluida di terra e additivi chimici come la bentonite.

Nell’estate 2012, racconta Zita, "mi convocò il dirigente Barretta e mi disse che era opportuno che mi dedicassi ad un’altra esperienza lavorativa. Gli dissi che non gradivo questa impostazione e poi scrissi una lettera di due pagine a lui e alla direzione del personale della Regione esprimendo una serie di eccezioni quindi venni trasferito a responsabile del Piano paesaggistico regionale".

Il 3 luglio 2012 Zita era fuori dall’ufficio Via della Toscana "dopo avervi lavorato 18 anni come dirigente avendo vinto un concorso. Ho valutato 950 progetti, solo meno del 10 per cento. Non ho mai perso un contenzioso, mi sono occupato di due leggi regionali".


E le pressioni sul parere per le terre di scavo? "Mi volevano prendere per stanchezza: arrivavano continuamente richieste di relazioni esplicative, di promemoria e altri documenti, che mettevano in difficoltà l’ufficio, tuttavia coi miei collaboratori rispondevamo a tutto". In una riunione a Roma, fu lui stesso a dire di aspettarsi "pressioni". "Il parere sulla Via è frutto del lavoro di tanti soggetti - aggiunge il dirigente -. Inoltre una volta al mese venivano fatti briefing con il dirigente e con gli assessori competenti di volta in volta in cui sintetizzavo le criticità dei singoli progetti".

Zita, che per l’eolico nel pisano ha ricevuto minacce di morte, si dice "amareggiato ma non sorpreso di quanto gli è accaduto". "Da 30 anni a ora la situazione è molto peggiorata. Ora non ho fiducia in questa politica, in questa pubblica amministrazione per come è organizzata e per chi ci sta intorno: ci sono interessi e appetiti troppo grandi, è lo specchio dei tempi".
 

 

ste.bro.