Firenze, 17 settembre 2013 - Una tana nel cuore del quartiere. Deserta. L’avveniristica stazione Foster, quella che dovrebbe accogliere i treni dell’Alta Velocità trasformando radicalmente il trasporto su ferro fiorentino, al momento resta un disegno sulla carta.

 

Ilmaxi cantiere allestito agli ex Macelli in via Circondaria sembra infatti fermo al palo nonostante le promesse di Rfi di far ripartire a pieno regime i lavori alla fine dell’estate. Per ora la situazione sembra bloccata. Almeno questa è la sensazione che ci è rimasta addosso dopo il sopralluogo di ieri pomeriggio. Intorno alle 16 siamo entrati dal grande cancellone che affaccia sulla strada, a destra procedendo verso il centro. Non c’era nessuno. Nessun tecnico, nessun operaio, nessun ingegnere impegnato in qualsivoglia sopralluogo. Deserta anche la gabbia della guardia. Forse sono altri gli orari di lavoro, forse di colpo il cantiere ripartirà in pompa magna nel giro di ventiquattr’ore. Non possiamo escluderlo ma lo scenario lascia comunque interdetti. Sulla sinistra c’è l’enorme “vasca” che in futuro dovrebbe costituire il cuore dello scalo della Tav.

 


Ci sono le gru ma nessuno le manovra, gli attrezzi del mestiere ma nessuno in azione. Intorno, nel grande piazzale, blocchi di cemento accatastati e alcune tubature. Soltanto quando usciamo incrociamo un’auto. L’uomo al volante, con tutta probabilità un addetto al cantiere, ci indica gli uffici dall’altra parte della strada specificando però che, all’interno dell’area in cui ci troviamo, in teoria non si potrebbe entrare.

 


Sul cantierone tav, contestato a più riprese da numerosi residenti della zona (in particolare dagli abitanti del complesso residenziale di via Zeffirini i cui alti palazzi affacciano direttamente sulla “buca”) gli interrogativi non sono mai mancati. Dai lavori che procedevano troppo a rilento alle liti sulle polveri sollevate dai macchinari che, secondo alcuni abitanti, avrebbero causato l’aggravarsi delle condizioni di salute di alcune persone con difficoltà respiratorie residenti nella zona. La polemica, insomma, non si è mai del tutto placata.

 


Ora però i lavori della struttura che secondo il progetto dovrebbe occupare circa 45mila metri quadrati, con una penetrazione verticale, che scenderà fino a 25 metri sotto il livello stradale, sembrano a un punto morto. Nelle scorse settimane Rfi aveva annunciato che alla fine dell’estate i lavori sarebbero regolarmente ripartiti agli ex Macelli. D’altronde anche in luglio il governatore Enrico Rossi aveva lanciato un appello molto chiaro. «Il Governo deve riprendere in mano la partita del nodo Alta velocità di Firenze, convocare Rfi e verificare le questioni con la magistratura. La Toscana e il suo capoluogo ne hanno bisogno e non possono restare indietro» aveva detto il presidente della Regione. Per ora tutto sembra in stand by