Firenze, 12 settembre 2013 - L'Obihall di via De André (a Bellariva) stracolmo per  il sindaco Matteo Renzi alla Festa Democratica. Tanto che gli organizzatori hanno chiuso le porte dell'impianto perché già un'ora prima non c'erano più posti. Anche il traffico intorno all'Obihall era in tilt per il grande afflusso di persone. Secondo gli organizzatori sarebbero state oltre 2mila  le persone.

Intervistato da Gianni Guerrini (Radio Toscana) e Francesco Selvi (Rtv 38), Renzi ha esordito dicendo "vorrei parlare di Firenze", ma ovviamente è stato sollecitato su questioni di politica nazionale. Un collegamento tra i temi nazionali e quelli fiorentini è la vicenda del blocco dei fondi per Firenze (in particolare per i Grandi Uffizi) come ritorsione per le parole di Renzi sul caso Berlusconi ("Con una condanna definitiva è game over"). "L'ho letto sui giornali, non ci voglio credere. Se bloccano i fondi per gli Uffizi non fanno un dispetto a me, lo fanno al mondo intero"

Sulla possibilità di rivestire il doppio ruolo di sindaco e segretario del Pd, Renzi è chiaro: "Un sindaco deve occuparsi della città, girare tra la gente e prendersi anche critiche e offese. Ma deve portare risultati per la sua città anche a livello nazionale. Se non avessimo avuto un ruolo nazionale certi obiettivi non li avremmo raggiunti. E il partito ne beneficerà? Io credo che il partito non ha bisogno di un'organizzazione che ha portato il numero degli iscritti dagli 800mila di quando fu eletto Bersani ai 250mila di oggi". Il sindaco può fare il segretario e il segretario può fare il sindaco, ma l'importante è per fare cosa? Sogno un Pd che vinca le elezioni e che superi le correnti. Non chiamatevi Renziani siate "voistessiani".

Sull'incontro con il segretario del Pd Epifani: "Gli ho chiesto del congresso, mi ha detto che tra una settimana mi farà sapere"

Sempre sul Pd, Renzi insiste: "Non abbiamo bisogno di un Pd che spende 9 milioni in comunicazione, abbiamo bisogno di riscoprire la gioia del volontariato, dobbiamo evocare il sogno la speranza. Non parliamo mai di sogno, ma di minaccia. Se Martin Luther King fosse stato un iscritto del Pd non avrebbe detto 'Io ho un sogno', ma avrebbe detto 'Io ho un incubo'. Il Pd non può essere un partito di persone tristi".