Firenze, 7 settembre 2013 - PAURA tra gli inquilini di un palazzo — pianterreno, più  quattro piani — di via Locchi 5, all’angolo con via Bocci, zona Rifredi, per il cedimento parziale del tetto e di spezzoni di muro e calcinacci della parete retrostante dell’edificio. Uno scricchiolio sinistro, poi il fragore che ha spezzato il silenzio del primo pomeriggio. Molti si sono affacciati alle finestre delle abitazioni adiacenti per rendersi conto di che cosa stesse accadendo. Attoniti gli inquilini dell’edificio che sul momento, non si sono capacitati; c’è chi ha pensato anche a una scossa di terremoto, poi si è capito che si era verificato quello che in gergo tecnico va sotto il nome di  «cedimento strutturale». E allora tutti si sono resi conto del serio pericolo corso.

Una quindicina i nuclei famigliari residenti nel palazzo, subito assistiti, e momentaneamente sfollati. Disagio in particolare per una pensionata che vive in carrozzina. Le hanno proposto di portarla al pronto soccorso, lei però ha chiesto di poter rimanere in zona. 
Alcuni dei residenti sono rimasti sul posto nella speranza, a sera, di poter rientrare nelle proprie abitazioni, almeno quelle poste ai piani sottostanti all’ultimo, il più direttamente interessato dal crollo. Sul tetto si è aperta una «faglia» di 5-6 metri di lunghezza, per almeno 3 di larghezza, che ha inghiottito camignolo e una parabola per la televisione. Ma preoccupa anche la lesione sull’ala della palazzina.
 

UNA SQUADRA dei vigili del fuoco ha lavorato alacremente con il supporto tecnico di un geometra di turno al comando.
I pompieri hanno cercato di impedire che nuovi crolli estendessero la «faglia» sul tetto dell’edificio di via Locchi. Hanno proceduto più o meno secondo il ‘copione’ tipico di queste situazioni. E cioè provvedendo ad alleggerire le parti di tetto confinanti con quella più direttamente interessata dal crollo e dalla voragine, quindi a riconsolidare con una serie di puntelli la struttura oggetto del cedimento. Un lavoro molto delicato, comunque provvisorio, che è proseguito fino al tardo pomeriggio-sera, per bloccare lo stato del dissesto e, appunto, consentire ai residenti dell’edificio, o almeno alla maggioranza di loro, di trascorrere la notte in casa propria. In contemporanea con i pompieri sono andati sul posto i tecnici delle società del gas e dell’Enel, per evitare rischi dovuti a fughe e disservizi ulteriori.
 

IL LAVORO dei vigili del fuoco ha anche accertato con ragionevole certezza anche le cause del cedimento strutturale. Si parla di condizioni critiche del tetto, che non è realizzato, pare,  in cemento armato, bensì in laterizi, materiale più poroso.Ma si tratta, al momento, di ipotesi da verificare.
giovanni spano