Firenze, 2 settembre 2013 - Ovazione per l'arrivo di {{WIKILINK}}Matteo Renzi {{/WIKILINK}}al Parco nord di Bologna. Tanta gente in uno spazio come si temeva un po' piccolo. Ed ecco che scoppia la polemica. "All'arena bisognava farla", gridano dei fan appena Renzi sale sul palco.

L'ipotesi di usare l'area concerti, circolata alla vigilia, era stata poi abbandonata. "Il prossimo anno. Colpa mia", si scusa per tutti il sindaco. Dopo essere entrato alla festa a fianco del segretario Raffaele Donini, Renzi ha abbracciato calorosamente l'ex collega-rivale di Bologna Virginio Merola. Renzi entra tra le note di Jovanotti ("La più bella cosa dopo il big bang"). Il sindaco scherza sulla folla che l'attende. "Se c'è qualcuno che è arrivato alle 16 ha qualche problema", commenta la notizia data da Donini introducendolo. E non si parli di show da parte sua: "Invece dello show con Merola faremo una gara di hula op". Alta anche la pressione mediatica: un esercito di cameraman e cronisti l'ha seguito negli uffici della direzione Pd dove ha usato il bagno.

"Altro che bagno di folla, questo è un bagno vero", ha scherzato il sindaco fiorentino.

Nel suo intervento Renzi ha affermato tornando sulla polemica sulle correnti interne al Pd: la politica "deve ridare un minimo di speranza e per fare questo c'è bisogno che il Pd non faccia polemica interna". "Adesso siamo renziani, cuperliani, pitteliani, poi ci sono i sempreverdi dalemiani, veltroniani, bersaniani: ma per fare cosa? Noi - ha dettoo Renzi - dobbiamo essere uniti sennò il congresso diventa il congresso dei 7 nani: io sarei Brontolo".

Riferendosi poi al processo Mediaset e alla pronuncia della Cassazione: "Quando le sentenze definitive e passano in giudicato - ha detto Renzi -, non ci devono essere giochetti come decadenze e riconteggi". "La vicenda Berlusconi è conclusa - ha proseguito - non c'è spazio per giochetti, perché sarebbero rispediti al mittente con nettezza e fermezza. Le istituzioni - ha concluso - hanno detto la parola definitiva"

Tornando a parlare del suo partito, ma in chiave 'federalista': ''Sogno un Pd che smette di chiedere la linea a Roma sulle cose da fare, ma che parte dalle persone che lavorano sul territorio, che stanno vicine alla gente''. ''Il federalismo - ha spiegato - non è una parolaccia, ma l'idea che si parte da chi ci sta più vicino''. Invece, con la riforma del titolo quinto della Costituzione, ''abbiamo trasformato il federalismo da un centralismo nazionale a un centralismo regionale, e non è colpa della Lega ma colpa nostra''.

Infine Renzi ha posto il sigillo alla sua candidatura alla segreteria del partito: "Io non mi sono candidato per prendere il partito ma per restituirvelo".

Il sindaco di Firenze ha anche ribadito ''è inaccettabile'' la transazione con le aziende di slot machine necessaria alla copertura della manovra sull'Imu. ''Posso permettermi di dire che c'è modo e modo per creare ricchezza e riempire le nostre periferie di macchinette che portano alla ludopatia'', ha detto Renzi, per il quale consentire a questo tipo di aziende ''strade semplificate con il Fisco è inaccettabile''. Per questo, ha proseguito: ''Chiedo al Governo di pensarci bene e cambiare le regole del gioco per quel settore'', perché ''la forma più devastante di degrado per un sindaco è quando le persone sono sole''. Insomma, ha concluso il primo cittadino di Firenze, ''sogno un Pd capace di raccontare agli italiani che c'è qualcosa di più grande che sognare con dei soldi da infilare in una slot machine''.

C'era grande attesa per l'intervento di Renzi alla Festa dell'Unità di Bologna. I circa 400 posti a sedere della sala dibattiti erano già esauriti verso le 18.30. I primi 'fan' del sindaco di Firenze sono arrivati addirittura attorno alle 16, con un anticipo di cinque ore.

In previsione di una massiccia affluenza, l'organizzazione della Festa ha anche allestito due maxischermi e smontato uno stand all'interno della sala. Quattro, forse cinquemila persone stanno aspettando il comizio bolognese di Matteo Renzi, in corsa per la leadership Pd. Il primo cittadino di Firenze è arrivato in lieve ritardo rispetto ai programmi salendo direttamente sul palco anziché fare subito il previsto (e rimandato alla fine) tour delle cucine. Agli spettatori all'interno del tendone, un migliaio di cui circa 800 a sedere si aggiunge una ressa nel piazzale antistante. L'arrivo di Renzi era previsto attorno alle 20.15 mentre l'inizio dello show alle 21.

In prima fila una bella fetta di gruppo dirigente locale, dal sindaco di Bologna Virginio Merola alla presidente della Provincia Beatrice Draghetti al segretario uscente (e ricandidato) del Pd Raffaele Donini. Ma in prima fila sono attesi anche Giorgio Gori, 'guru' di Renzi per quanto riguarda la comunicazione, e la sorella del sindaco, Benedetta, che vive nel bolognese. Tra chi aspetta il sindaco c'erano anche i fedelissimi con le magliette di "Bologna Adesso", con loro il sindaco di Castenaso Stefano Sarmenghi e il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli. Posti riservati anche per i parlamentari emiliano-romagnoli Matteo Richetti e Francesca Puglisi.

Ed è proprio del tardo pomeriggio la notizia della convergenza sul sindaco di Firenze del ministro per i rapporti col Parlamento Dario Franceschini, che dovrebbe portare alla causa del rottamatore in Emilia Romagna un altro mazzo di dirigenti, a partire dal capogruppo in Regione Marco Monari.