Firenze, 26 agosto 2013 - L'olio extravergine di oliva come arma anti invecchiamento, utile nel trattamento preventivo dei danni neurologici legati all'età e al morbo di Alzheimer senile. La buona notizia arriva dallo studio condotto da due gruppi di ricercatori dell'Università di Firenze - guidati da Massimo Stefani del Dipartimento di Scienze Biomediche sperimentali e cliniche e da Fiorella Casamenti del Dipartimento Neurofarba, - e appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Plos One.

Gli studiosi hanno verificato su topi transgenici, portatori delle alterazioni collegate con l'Alzheimer, gli effetti della somministrazione dell'olio extravergine di oliva.

"I topi sono stati alimentati per due mesi con oleuropeina aglicone, presente nell'olio extravergine di oliva", spiega Massimo Stefani. Al termine del trattamento hanno mostrato un'assenza di deficit cognitivo e un "marcato aumento della risposta autofagica, considerata protettiva nei confronti del danno cellulare che caratterizzata il morbo di Alzheimer".

Lo studio, finanziato dalla Regione Toscana, segue e conferma una precedente ricerca condotta da Stefani in collaborazione con Mario Salmona dell'Istituto Mario Negri su animali meno complessi. I vermi C. elegans alimentati con oleuropeina aglicone hanno mostrato una marcata riduzione del deficit motorio e un significativo aumento della durata della vita rispetto a quelli alimentati normalmente.

"Lo studio fornisce una base scientifica per i noti effetti anti invecchiamento della dieta mediterranea", sorride Stefani, ricordando la "crescente diffusione dell'Alzheimer senile, patologia per la quale non esiste ancora una terapia efficace e che pone gravi problemi sociali e di sostenibilità per i sistemi sanitari in tutto il mondo industrializzato".