Firenze, 7 agosto 2013 - Questa è la storia di un cittadino fiorentino F.M., che volendo fare una buona azione, un'azione di umanità davanti ad un animale ferito, si è trovato in difficoltà per ricevere aiuto dagli enti predisposti:

"il giorno 6 agosto 2013 alle ore 11,15 circa, mentre percorrevo con il mio motorino CC50 la strada provinciale imprunetana per pozzo, in direzione Firenze, mi accorgevo, ai margini della strada, pochi metri dopo l’incrocio per località San Gersolè, di un piccione ferito, con ala sinistra sanguinante in maniera abbondante.
 

Datomi daffare per trovare una scatola di cartone per il trasporto in sicurezza dell’animale, lo trasferivo nella stessa per portarlo alla Polizia Municipale del Comune di Impruneta, competente per territorio, al fine di prestare assistenza e provvedere al suo soccorso. Questo perché la legge nazionale sugli animali e il Codice della Strada prevede l’obbligo per chiunque di fermarsi e soccorrere un animale ferito.


Inoltre la detenzione di tutta la fauna selvatica è vietata dalla legge  n.157/92 la quale legge prevede che entro 24 ore l'animale deve essere consegnato ad un ente autorizzato e competente per il soccorso.
Si fa altresì presenti che il Decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1979 - Perdita della personalità giuridica di diritto pubblico dell'Ente nazionale protezione animali - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del  2 giugno 1979 n.150, all’Articolo 3 stabilisce chiaramente che “E' attribuita ai Comuni, singoli o associati ed alle comunità montane, ai sensi degli articoli 27, primo comma, lettera a), e 18 del DPR 24 luglio 1977 n.616, la funzione esercitata dall'Ente nazionale protezione animali relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del patrimonio zootecnico”.

Inoltre la Comunità Europea e lo Stato Italiano hanno ratificato il Trattato di Lisbona sulla protezione ed il benessere degli animali, pubblicato sulla GUCE C340 del 10 novembre 1997. “Le alte parti contraenti, desiderando garantire maggiore protezione e rispetto del benessere degli animali, in quanto esseri senzienti”.
E ad un essere senziente è dovuta l’assistenza in caso di ferimento.

 

Intorno alle 11,30 circa arrivavo al Comando di Polizia Municipale del Comune di Impruneta, posto nel Palazzo Comunale sito nella piazza antistante la Basilica, dove trovavo una vigilessa.


La vigilessa, dopo avergli spiegato il fatto, si rifiutava di prendere in consegna il piccione, dicendo che il Comune si occupava eventualmente solo di cani, e che avrei dovuto provvedere personalmente alle cure del piccione, recandomi, a mie spese, da un veterinario.


Facevo presente che sul territorio provinciale dovrebbe esserci un ente preposto all’assistenza di animali vittime di incidenti e che quindi avrebbe dovuto mettersi in contatto telefonico con la Polizia Provinciale.


La Polizia Provinciale confermava telefonicamente alla vigilessa quanto da me detto, e forniva alla stessa un numero di cellulare dell’ente preposto, la Lipu, la quale però, contattata telefonicamente via cellulare dalla vigilessa, diceva di essere impossibilitata al recupero dell’animale e che si doveva provvedere alla consegna, presso di loro a Greve in Chianti, per conto proprio.


Facevo quindi presente che avendo io solo un motorino CC50 non ero in grado di recarmi a Greve in Chianti, distante vari chilometri, e che quindi il Comune  poteva provvedere in qualche modo, come richiesto dalla vigente disposizione di legge.


Di fronte al rifiuto della vigilessa mi recavo al piano superiore dal Sindaco.


La vigilessa, congedandomi, non mi forniva nessuna indicazione sulla Lipu né il loro numero di telefono/cellulare.
La segretaria del Sindaco, la signora Rossana, si rifiutava non solo di prendere l’animale, ma anche di mettermi in contatto con il Sindaco, nonostante facessi presente che la Legge pone il Primo Cittadino come primo referente per determinati servizi/situazioni come questo.


Dopo alcune mie insistenze, e aver fatto presente la mia professione, ovvero giornalista, la segretaria si recava dal Vice Sindaco, il quale, dopo alcuni minuti, veniva da me ripetendo che non era loro dovere provvedere al recupero e all’assistenza dell’animale, ma che se aspettavo, forse mi avrebbero dato alcune informazioni, in quanto la segretaria nel frattempo provvedeva a contattare telefonicamente vari enti e associazioni.


Dopo altri 10/15 minuti circa lasciavo il Palazzo Comunale, visto che il Vice Sindaco si rifiutava di prendere in custodia il piccione e di inoltrarlo a chi di competenza.


Alla luce di quanto sopra e facendo presente che:
1)    Tutti gli animali in base al titolo IX-bis del Codice penale sono protetti dai maltrattamenti e la mancata somministrazione di cure ad un animale è stato identificato da sentenze della Corte di Cassazione come un vero e proprio maltrattamento.
2)    Che la Legge 20 luglio 2004, n.189 “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 31 luglio 2004, prevede all’Art. 544-bis “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”. E la mancata assistenza può portare alla morte

 

CHIEDO:
intervenire penalmente, in base alla vigente normativa sulla mancata assistenza agli animali e/o agli essere senzienti in generali nei confronti di tutti coloro - Vigilessa, Segretaria del Sindaco, Vice Sindaco – e del Comune di Impruneta
·        per non aver provveduto a prendere in carico l’animale ferito
·        per non aver fatto intervenire sul posto altro ente preposto all’assistenza al volatile
·        per non essersi assicurati che l’animale ferito ricevesse tutte le cure necessarie
·        per non essersi assicurato della guarigione dell’animale
Faccio presente che nonostante mi sia qualificato, indicando le mie generalità, nessuno al Comune di Impruneta si è premunito di prendere i miei recapiti telefonici per verificare la fine dell’animale, che continuava a perdere sangue.
"