Firenze, 6 agosto 2013 - «CI VEDIAMO lì, vieni anche te, siamo un bel gruppo...».Si facevano veri e propri festini a base di sesso sfrenato all’interno della casa dell’ormai celeberrima Adriana, la ‘regina’ delle escort che sta facendo tremare ormai da mese la Firenze-bene che ha profondamente utilizzato i suoi servizi a luci rosse. E’ l’ultimo retroscena che emerge dalle carte dell’inchiesta della procura della Repubblica di Firenze sul giro di prostitute d’alto bordo che ha allietato un mucchio di gente fra ville, alberghi e locali. Ed è un particolare mica da ridere, quello che emerge da un nuovo, corposo blocco di trascrizioni di intercettazioni della polizia giudiziaria, perché salta agli occhi con tutta evidenza che in quella casa della cooperativa Il Borro al civico 14 di via Guido Guerra, gentilmente messa a disposizione della bella Adriana, per diverso tempo c’è stato un bel viavai di donne e uomini a qualunque ora del giorno e della notte.

NESSUNO ha visto niente? Nessuno. Qualcuno ha mai potuto immaginare che la generosa Adriana ingrassasse il suo conto corrente con prestazioni extra? Ovviamente nessuno. Ma i nomi (anche eccellenti) dei clienti di Adriana e delle sue colleghe escort chiudono diverse bocche e fanno magicamente dimenticare le compagnie di quelle calde notti. Insomma: se è vero che lo slogan del Borro — presente in diciotto residenze sociali assistenziali nelle province di Firenze e Prato — è ‘Amore per le persone’, la escort rumena l’aveva davvero preso in parola nel senso più esteso del termine.

EPPURE, leggendo le nuove intercettazioni, non si può non notare come il giro che faceva capo al gioielliere Franco Bellini («puttaniere capo» nell’ormai celeberrima definizione che passerà agli annali della cronaca) fosse di una vastità impressionante, grazie anche alla complicità dei fratelli albergatori Marco e Simone Taddei, già contitolari dell’Hotel Mediterraneo e dell’hotel Villa Fiesole. Gli incontri nella casa di via Guerra, secondo quanto emerso dal lungo lavoro degli inquirenti, si ripetevano senza soluzione di continuità, con numeri di partecipanti del tutto variabili anche per età e sesso.

AD OGNI modo, il filone principale dell’inchiesta è stato formalmente chiuso con la notifica del secondo avviso di conclusione delle indagini ai 14 indagati, con in prima fila il gioielliere Bellini, i fratelli albergatori Taddei e il procuratore di calcio Barend Krausz.