Firenze, 18 giugno 2013 - Bici & tramvai, detto alla fiorentina, l’abbiamo provato per voi. Ieri era il primo giorno di apertura del servizio. Ossia la possibilità di trasportare biciclette sulla linea 1. Comodo. Evidente. Al costo di un biglietto. Per chi va a lavorare lontano dal capolinea di T1, o per chi vuole fare la passeggiata in bici a Scandicci senza sfasciarsi ‘la gamba’ pedalando da Firenze. Una soluzione invocata dagli ambientalisti, dalle associazioni che vorrebbero la città a misura di bicicletta, dagli utenti stessi della tramvia.

Abbiamo testato l’efficacia della soluzione di trasporto combinato e sostenibile. Dopo la prova, ecco come è andata. Ieri mattina, dieci minuti alle 9, fermata Resistenza a Scandicci. Ci siamo presentati ‘muniti’ di bicicletta, dopo una sgambatella di qualche chilometro per arrivare al tram. Siamo nell’orario ‘rosso’, quello cioè vietato al trasporto delle bici (7-10 e 17-20 dei giorni feriali). Biglietto con l’sms, arriva il tram. Facciamo un cenno all’autista, chiedendo di salire a bordo. Ci dice di sì; e nonostante manchi un’ora al semaforo verde, montiamo a bordo. Arriviamo tranquillamente a Santa Maria Novella, torniamo indietro con la corsa successiva, sempre senza intoppi.

Dalle 10 in poi, non ci sono ugualmente problemi. La sensazione è che, oltre al regolamento, giochi un ruolo determinante anche la discrezionalità dell’autista. Perché è chiaro che a Scandicci il tram è praticamente vuoto, ma da via Foggini in su si riempirà progressivamente. Ed è altrettanto chiaro che il test andrà riprovato a fine estate e con le scuole iniziate. Comunque saliamo sul vagone di coda come recita il regolamento, e intuitivamente (in questo vagone non c’è lo spazio delineato con il simbolo bici e le strisce gialle auto adesive) ancoriamo la bici alla cintura di sicurezza indicata. Il sistema non è semplice. Il tram riparte subito e non è facile, visti i frequenti blocchi, estrarre la fettuccia per intero in modo da bloccare la bici. Non è possibile poi agganciare due biciclette (il limite massimo di velocipedi per convoglio indicato dal regolamento).

L’abbiamo scoperto quando, tornando indietro a Scandicci dalla prima corsa, verso le 10, abbiamo casualmente incontrato il sindaco Simone Gheri, fermo alla stazione Resistenza con una bici del comune. "Ero curioso di provare il sistema integrato di mobilità – ha detto il primo cittadino – per noi sicuramente è un vantaggio, si spera anche che in questo modo si possano ridurre le auto in viaggio verso Firenze. Del resto, visto che siamo l’unico comune dell’area metropolitana a poter godere dei benefici effetti della tramvia, sfruttiamola fino in fondo no?". Saliamo sul tram, ma le due bici insieme non si ancorano. Le blocchiamo con la catena antifurto.

In tutta la mattinata (abbiamo fatto su e giù per la linea fin verso le 11) non abbiamo visto altri ciclisti ‘tentati’ dalla prova. In compenso c’è stato anche un fuoriprogramma. Il nostro fotografo ha dimenticato la borsa con obiettivi, tablet e altri accessori sul tram. Fiorentini gente onesta, una telefonata al verificatore presente su Sirio, un’occhiata rapida e la borsa (con svariate migliaia di euro di valore all’interno) è stata ritrovata e consegnata al legittimo proprietario. Sono i miracoli del tram. Peccato manchino ancora le altre linee; renderebbero uno spasso muoversi a Firenze. Anche con la bici.
 

di Fabrizio Morviducci