Firenze, 3 giugno 2013 - ERA DA TEMPO che i laboratori del reparto di malattie infettive dell’AOU Careggi erano pronte ad affrontare la nuova Sars, spiega Alessandro Bartoloni, responsabile del reparto di malattie infettive e tropicali dell’ospedale fiorentino.
«L’allerta epidemiologico internazionale era scattato più di un anno fa, nell’aprile del 2012, proprio dalla Giordania. Eravamo dunque pronti da tempo per questo virus. Quando è arrivato in ospedale il primo paziente, appena rientrato dalla Giordania e con tutti i sintomi, subito lo abbiamo sottoposto al tampone e abbiamo individuato il coronavirus”.
Dottor Bartoloni, i pazienti dunque stanno bene.
«Sì. Sono ricoverati e sotto osservazione per motivi precauzionali.
Quando il virus risulterà negativo, potranno tornare a casa, ma non abbiamo preoccupazioni».
Da 14 mesi che si parla di questo virus, ma non è mai stato isolato in Italia. Significa che in tutto questo tempo non c’è mai stato?
«No, non significa questo. E’ un virus meno grave rispetto alla Sars del 2003 che aveva provocato tanti decessi. Questi tre casi fiorentini, gli unici per ora italiani, sono molto probabilmente solo la piccolissima punta di iceberg di una diffusione ben più vasta nel nostro Paese che si verifica ormai da molto tempo. Ma nel passato non ha mai dato sintomi tali da far effettuare ulteriori verifiche e portare all’individuazione e all’isolamento del coronavirus».
I sintomi non sono così evidenti?
«Viene con febbre alta, raffreddore, tosse forte. Sintomi che sono molto simili a numerose infezioni virali aspecifiche che per tutto l’inverno ma anche in queste settimane hanno colpito una gran fetta della popolazione. Per questo i controlli specifici sul coronavirus sono stati effettuati solo sui contatti molto ravvicinati dei tre pazienti, che hanno trascorso con loro parecchio tempo».
Chi sono le persone che avete sottoposto a controlli?
«Sono circa 50 individui tra i familiari dei tre pazienti e tra i comuni colleghi dei due adulti. Insieme a loro abbiamo fatto verifiche anche sui medici, gli infermieri e gli operatori che hanno fornito le prime cure. Abbiamo parlato con tutti e fatto il tampone solo a chi aveva sintomi di raffreddamento o tosse».
In cosa consiste questa analisi?
«Si tratta di un prelievo da naso e gola con un bastoncino simile a un cotton fioc, non doloroso, poco fastidioso».
Quanto ci vorrà per avere i risultati che avete effettuato nel pomeriggio?
«Se la seduta è stata corretta e i macchinari hanno funzionato senza problemi, i risultati sono attesi nel giro di poche ore. Basta anche solo mezza giornata».
Siete preoccupati? E c’è allarme tra la popolazione?
«No, per ora la situazione non è preoccupante, ma attendiamo i dati delle analisi. Chi è stato in contatto coi pazienti, sa che può chiamarci per qualsiasi sintomo. Non c’è comunque allarmismo tra la gente:in pochi si sono rivolti al pronto soccorso per paura di avere contratto la Nuova Sars, ma è stato loro spiegato che non c’è alcun pericolo per chi non viene da quei Paesi o non è in contatto con persone infette».