Firenze, 18 aprile 2013 - In piazza Ognissanti fervono i preparativi per il matrimonio da sogno di stampo indiano. Un enorme gazebo allestito di tutto punto trionfa sulla piazza, si trasformerà in un magnifico giardino invernale. A mala pena ci si gira attorno, la segretezza è massima: tutto è top secret. Si lavora perché le nozze di Aradhan Lohia e Kevin Sharma riescano alla perfezione. Una tre giorni da dieci milioni di euro, finanziata per lo più dal magnate indiano Aloke Lohia, padre della sposa.

Lussuose auto nere invadono la piazza dove si affacciano i due hotel extralusso, St.Regis e Excelsior, prenotati per l'occasione. Camerieri in perfetto completo scuro e body guard ad ogni angolo controllano silenziosi. Le camere sono tutte affittate per gli invitati alla cerimonia. Racconta Donatella, che lavora tra Italia e India per una ditta di abbigliamento, che secondo l'usanza, saranno le famiglie degli sposi a pagare ogni cosa; dal volo all'albergo. È una dimostrazione di ricchezza, un elemento da sbandierare.

In piazza Ognissanti poi non ci sarà nemmeno l'intera cerimonia. Sotto il gazebo, soltanto un rinfresco. La tre giorni di rito toccherà anche la splendida villa Le Corti a San Casciano e il teatro della Pergola. La cerimonia indiana prevede infatti tre giorni interi di festeggiamenti. Nella tabella di marcia il matrimonio occupa il secondo giorno, per il primo e l'ultimo sono previsti l'incontro fra le famiglie e il ricevimento.

"Firenze è uno status symbol, ecco perchè vengono a sposarsi qui", ci spiega la donna raccontando la sua esperienza. La nostra piccola città d'arte, con la sua tranquillità e le piccole vie storiche del centro, rappresenta tutto l'opposto delle loro gigantesche e caotiche metropoli. Si sa Firenze è un dipinto; lo scenario ideale per un matrimonio da fiaba.

Tutto questo sfarzo non può che destare curiosità. Più di un passante si ferma e cerca di spiare tra la siepe. A domanda rispondono che l'evento non dispiace, se porta soldi alla città allora va bene: questo è l'importante. C'è chi, visto il momento di crisi, ne rimane un po' disturbato e chi, malgrado le perplessità per l'occupazione della piazza, pensa alla temporaneità della cosa: un sacrificio che dura tre giorni, poi si libererà di nuovo la visuale. I più felici di tutti? I negozi probabilmente. Gucci, Ferragamo e Luisa via Roma: il made in Italy è come Firenze, uno status symbol.