Firenze, 8 aprile 2013 - Cinque nel 2010, quattro nel 2012, otto ieri. La Chiesa non risponde a logiche matematiche, ma la crescita delle ordinazioni presbiterali è un segno di vitalità della diocesi fiorentina.

Ieri il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha consacrato Antonio Lari, 28 anni, Leonardo Tarchi, 28 anni, Francesco Vermigli, 35 anni, Giovanni Battista Novelli, monaco della Fraternità Monastica di Gerusalemme, Rolando Spinelli, di 43 anni, Biagio Melchiorre, 49 anni, Jimy Munoz, 43 anni, dall’Ecuador e Ivan Capalija dalla Croazia, 29 anni.

Gli ultimi tre – Melchiorre, Munoz e Capalija – si sono formati nel Cammino Neocatecumenale. Per riprendere un’espressione che Betori utilizzò tre anni fa, tutti sono espressivi della molteplicità delle forme e degli ambiti in cui saranno chiamati a “contribuire alla guida e all’edificazione della comunità cristiana”.

E, spiacenti per la cultura dominante che, ha spiegato ieri il cardinale, vorrebbe fare percepire la fede cristiana “come un peso che grava sulla nostra libertà e che risulta contrastare i nostri legittimi desideri; in breve, qualcosa di disumano”, la parola del Vangelo e i fatti che ne conseguono contrastano con questa immagine diffusa e distorta. Il Vangelo è infatti “un’offerta di gioia fatta a tutti: mi sembra questo un buon programma di vita cristiana e, in particolare, un buon programma di ministero per i nostri fratelli che oggi vengono ordinati presbiteri”.

Non a caso, rileva Betori, l’insistenza sulla gioia accomuna il magistero di Papa Benedetto prima e di Papa Francesco ora. La pastorale ordinaria, anche attraverso i nuovi preti ordinati in Santa Maria del Fiore, si misurerà con l’esigenza “di trasmettere le ragioni positive della fede nel Risorto”. D’altra parte, in questo solco, l’annuncio della pace “smette di essere un semplice auspicio e diventa un concreto e possibile progetto personale e storico”.

di Michele Brancale