Firenze, 24 marzo 2013 - UN FRASTUONO di decibel, alcol a secchiate e un gruppo di nottambuli, ben carburati, a far baccano fino alle sei di mattina con il chiostro di lettere ridotto a un lenzuolo sporco di bottiglie spaccate e pozze di urina. E’ la notte (mai iniziata) di piazza Brunelleschi. Nel chiostro l’alcol scorre a fiumi, la musica sparata mentre in piazza decine di persone a bisticciare tra di loro e a fare i propri bisogni dietro i veicoli, tra i cassonetti, davanti ai portoni dei residenti. E guai a reclamare: chi ci ha provato si è beccato uno spintone mentre a qualcuno è andata anche peggio trovandosi, senza volerlo, ad assistere a scene di autoerotismo sotto le finestre, alle peripezie erotiche di alcune coppiette in preda ad attimi di passione. Una residente ha provato a dire qualcosa e per tutta risposta, come a sberleffo, si è ritrovata il lato B sotto gli occhi.

SI TRATTA della serata non autorizzata «Festa benefit spese legali», come si legge sul volantino: gli organizzatori non compaiono esplicitamente ma il link rimanda alle misure repressive del 4 maggio e del 13 giugno 2011 che ha portato a undici arresti domiciliari. Tanti studenti ma soprattutto, come spesso accade, tanti infiltrati. Quindi, davvero difficile individuare le responsabilità. Verso le due si entra nel vivo della nottata: le lattine di birra girano vorticosamente di mano in mano, gli invitati aumentano, sono appiccicati come sardine, ed è difficile dire quanti sono. Sono bastate davvero poche ore per trasformare la piazza in una latrina a cielo aperto. Un odore nauseabondo è resistito anche alle pulizie di Quadrifoglio che si è trovato uno spettacolo raccapricciante. Tra un angolo e l’altro, apriti sesamo: una pozza di vomito con intorno alcuni preservativi. Anche a pulizia finita l’odore di urina e pozze di cibo ‘mal digerito’ è ancora nell’aria. Come la rabbia e il senso d’impotenza degli abitanti. Far west: è la parola d’ordine di venerdì sera con motorini e auto messe a casaccio, un po’ ovunque, e con la musica sparata fino alle 6 del mattino. Persino i cassonetti della piazza sono stati spostati per raccogliere i chili di plastica e vetro. Alle 8 poi, hanno fatto capolino anche la polizia municipale e il nucleo antidegrado. «La piazza è un’enclave pericolosa, gli zingari sono aumentati, accendono il fuoco e cucinano, i cassonetti sono orinatoi. Controlli? Non abbastanza, siamo stati dimenticati», si sfogano alcuni residenti. Rammaricata anche l’Università, almeno nelle parole del presidente della Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, Maria Pia Marchese. Che, anche se non di sua competenza, ha tentato di prendere in mano la situazione: «Giovedì alcuni residenti ci hanno messo a conoscenza della festa non autorizzata, abbiamo cercato di fare il possibile per aiutarli: abbiamo avvertito il rettore, chiamato la Questura e il responsabile amministrativo. C’era anche una guardia giurata venerdì sera, ma purtroppo non è bastato».

UN GRUPPETTO di ragazzi ha, infatti, occupato il chiostro di Lettere, già dalle prime ore del pomeriggio con banchini e materiale informativo impedendo la chiusura dei cancelli. «Il rettore si è trovato senza grosse possibilità d’intervento, l’alternativa — prosegue — sarebbe stata un’azione violenta che va contro la tradizione della nostra Facoltà». Inutile prendersela solo con l’Università, piazza Brunelleschi è di tutti «e anche l’amministrazione — chiede aiuto la professoressa Marchese — deve occuparsene». Poi conclude: «La situazione migliorerà quando la struttura, semivuota in seguito allo spostamento di molte aule, verrà trasformata nel Grande Polo Bibliotecario Umanistico». Quel giorno il degrado lascerà il posto ai libri e l’ingresso a scheda farà da deterrente.

Rossella Conte