Firenze,  21 marzo 2013 -  Il Consiglio dei ministri ha approvato  un decreto-legge recante interventi urgenti in materia sanitaria nel quale, tra le altre cose, si stabilisce che tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non e' autorizzato.

 

Lo sottolinea il ministero della Salute. "La norma - dichiara il ministro Renato Balduzzi - si basa sul principio
etico per cui un trattamento sanitario gia' avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere
interrotto".


 "Il decreto - aggiunge Balduzzi - chiarisce inoltre che devono considerarsi come 'avviati' anche i trattamenti per i quali sono stati compiuti atti preparatori (il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all'uso terapeutico) e quelli gia' ordinati dall'autorita' giudiziaria. Per tutti questi trattamenti terapeutici ci sara' un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento". Il decreto-legge prevede anche che d'ora in poi tutti i cosiddetti "medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva", in cui rientrano i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni saranno fissate regole piu' precise per garantire la sicurezza dei pazienti e sara' fissata una precisa procedura di valutazione degli esiti dell'impiego di queste terapie.

 

Agi

 

LA MAMMA DI SOFIA  

 

"'Aspettiamo di leggere il testo della norma del Consiglio dei ministri nel dettaglio per capirne il contenuto e valutare eventuali considerazioni''.  E' il commento di  Caterina Ceccuti, mamma della piccola Sofia . ''Noi comunque auspichiamo - aggiunge  - che ci sia nel decreto una forma di tutela per tutti i pazienti, almeno in prospettiva, sia per quelli che hanno gia' cominciato la cura, sia per quelli che la devono ancora iniziare''.