di Letizia Cini
Firenze, 21 marzo 2013 - Come le donne, non tutte uguali. Le case, anche “minime” parlano. Esistono quelle prefabbricate, un po’ tristi. E poi le “villette a basso costo”, magari in mogano, semplici e geniali intuizioni abitative seminate in giro per il mondo da Frank Lloyd Wright (sopra), grande architetto statunitense, tra i più influenti del XX secolo. Un uomo innamorato dell’Italia, e cittadino di Fiesole per un periodo della sua vita. Di questo soggiorno rimangono una targa apposta sulla parete della piccola villa color crema in via Verdi che Wright prese in affitto con la sua donna nel 1910, e una relazione mai interrotta.

Già, perché le storie d’amore (quelle vere), non finiscono mai. Nel 2010, per celebrare il centenario dell’arrivo dell’architetto nella zona baciata dalla bellezza, il Comune di Fiesole organizzò, in collaborazione con la Frank Lloyd Wright Foundation, una mostra per passare al setaccio alcune opere da lui progettate dopo il 1910, «con lo scopo di far conoscere disegni e documenti, e di analizzare l’influenza che il soggiorno fiesolano ha prodotto sui lavori di Wright», spiega l’architetto Paolo Bulletti, che oggi torna al centro di questo atipico ménage . «Grazie a quell’esposizione si sono messi in contatto con me gli architetti Tarantino, attuali proprietari della Bachman Wilson House, che si trova nel New Jersey», confida.

La loro richiesta?
«Traslocare Villa Wright dagli States in Italia, magari a Fiesole».
Il motivo, architetto?
« In primis la sicurezza: a causa degli ultimi uragani che si sono abbattuti sulla zona, Sharon e Lawrence Tarantino ritengono che la villa sia a rischio. Dopo aver preso in considerazione ipotesi come i Giardini della Biennale di Venezia e altre aree di enti e fondazioni, la speranza è diventata quella di far arrivare la loro opera d’arte (anche gli arredi sono firmati Wright), là dove lui aveva vissuto l’incanto».
A Fiesole sono d’accordo?
«Sarebbe un onore per il Comune, come ha confermato l’assessore alla Cultura, Paolo Becattini, che propone spazi tipo i giardini della scuola di Borgunto o il colle di Monte Ceceri, garantendo la sicurezza di questo capolavoro dell’architettura Made in Usa. Ma il problema è un altro».
I soldi?
«Esattamente, per acquistare, smontare spedire fino al porto di Genova Villa Wright occorrono un milione e 250 mila euro: per la ricostruzione ci sono invece aziende che lavorano nel settore delle case in legno già interessate alla sponsorizzazione».
Resta una bella cifra.
«Direi che, al contrario, si tratta di un prezzo accettabilissimo, considerando che l’ente o l’eventuale cordata di “Fiesolani Doc” appassionati di arte (e ce ne sono tanti, italiani e stranieri) entrerebbero in possesso di una storica villa progettata dal grande Frank Lloyd Wright. L’unica in Italia, che poggia su quattro gradini come la Basilica di San Lorenzo, a Firenze. E non solo».
Perché?
«La villa (180 metri quadrati), comprende tutti gli arredi originali firmati Wright, magnificamente tenuti dagli architetti Tarantino, che si sono trasferiti altrove per preservarne l’integrità».
Insomma, gli attuali proprietari cercano qualcuno che la compri e se la porti via per salvarla dal rischio di inondazione sempre più pressante?
«Sì: da qui nasce l’appello per trasferire Bachman Wilson House oltreoceano, Fiesole pare la meta ideale: “più in alto della romantica città delle città, Firenze - come ha scritto il grande architetto nel 1910 - le afflizioni domestiche non hanno trovato rifugio sui colli fiesolani”. Quindi ho accettato il mandato esclusivo per trovare un degno acquirente in Italia».
Non essendoci i requisiti di abitablità, le pare facile che un privato decida di accollarsi una simile spesa?
«Non sarebbe nemmeno giusto, in quanto un capolavoro come questo - realizzato da un maestro che con Le Corbusier, Walter Gropius, e Alvar Aalto, viene universalmente considerato uno dei maestri del Movimento Moderno in Architettura - dev’essere visitabile da tutti. Rimontato qui, a Fiesole, sotto gli occhi del mondo».
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