Firenze, 15 marzo 2013 - PAPA FRANCESCO sarà a Firenze nel novembre 2015. La conferma arriva dall’arcivescovo Betori all’indomani del  conclave che ha eletto il primo pontefice gesuita e sudamericano della storia, e dove  la Chiesa ha mostrato «la sua freschezza e la sua capacità  di affrontare le svolte che la storia impone». Ne è più che convinto il  cardinale al suo esordio fra gli elettori del successore di Benedetto XVI. «I cardinali — ha spiegato l’arcivescovo a Radio Toscana  — hanno saputo dimostrare una grande serenità», soprattutto nel particolare momento storico, «e anche un grande sguardo di speranza che ora si apre anche per la vita della Chiesa e direi per tutto il mondo».
 


BETORI non conosceva personalmente il cardinale Jorge Bergoglio, ma avuto modo di apprezzarlo nei giorni che hanno preceduto il conclave: «Ho avuto diverse occasioni di avvicinarlo e sono sempre stato trattato con fraternità», apprezzandone la «grande chiarezza, lucidità spirituale e pastorale nell’affrontare i problemi della Chiesa di oggi». Proprio in quei giorni Bergoglio gli aveva confessato di non conoscere Firenze e Betori, che stamani alle 11, nella Sala Clementina incontrerà e saluterà il Papa insieme ai cardinali, prima di rientrare in città,  lo aveva invitato. «Poi, dopo che è  stato eletto, quando i cardinali hanno espresso a lui la loro obbedienza — spiega l’arcivescovo —, mi sono preoccupato di ricordargli che un invito al Papa c’era già: nel novembre 2015 per il convegno nazionale della Conferenza episcopale italiana  egli sarà  ospite della Chiesa e della città  di Firenze». Un Papa che fin dal primo contatto con la sua chiesa, anche quella di Roma, ha mostrato «un profilo altissimo da un punto di vista spirituale, una grande sensibilità  ecclesiale e missionaria, un’attenzione alle condizioni del mondo soprattutto dei più poveri»  prosegue Betori per il quale il Pontefice «si è  mostrato in tutta la sua umanità  disarmante, ma allo stesso tempo ricca e con un preciso volto di spiritualità»

INFINE il nome Francesco, scelto dal nuovo Papa, «impegnativo nella storia della Chiesa», che secondo Betori «esprime anche il coraggio del nuovo Pontefice, che non teme di mettere in rilievo il bisogno di sorreggere questa Chiesa nel nostro tempo attraverso la sua opera e l’opera di tutti noi». Un nome che tocca il cuore, «sia il mio come umbro ovviamente legato particolarmente a Francesco, ma anche a tutta la Toscana perché Francesco ha rappresentato molto, sia con la sua persona che con i suoi figli, una presenza vivificante dal punto di vista spirituale e sociale per la nostra terra».
 

Duccio Moschella